Nei giorni scorsi sono stati sottoscritti gli Accordi con Confindustria e Confapi sul credito di imposta per le spese di formazione 4.0, in attuazione della disposizione introdotta dalla Legge di Bilancio 2018 che per accedere al beneficio stabilisce la condizione che tale impegno sia “espressamente disciplinato in contratti collettivi aziendali o territoriali depositati……presso la Direzione del Lavoro competente per territorio”.
Si tratta di una importante iniziativa che ha l’obiettivo di supportare e incentivare la formazione finalizzata all’acquisizione e al consolidamento di conoscenze e competenze nel campo delle tecnologie 4.0 da parte dei lavoratori dipendenti delle imprese italiane per agevolarne la trasformazione in chiave digitale.
Allo scopo di sviluppare sinergie con le iniziative messe in campo dai fondi interprofessionali, con l’accordo sottoscritto il 27 luglio scorso con Confindustria e con l’accordo sottoscritto il 31 luglio con Confapi – dai contenuti sostanzialmente analoghi – le Parti hanno convenuto che le imprese iscritte ai rispettivi fondi interprofessionali per la formazione continua (Fondirigenti – Fondo Dirigenti PMI e Fondazione IDI), anche nel caso volessero presentare congiuntamente un piano formativo per il quale si richiede il finanziamento dal fondo interprofessionale, potranno rivolgersi alle rispettive rappresentanze territoriali di Confindustria/Confapi e Federmanager, purché i piani non siano di livello nazionale.
Fermo restando che per la formazione 4.0 è necessaria la definizione di uno specifico accordo e il suo deposito presso l’Ispettorato territoriale del Lavoro competente, i contenuti delle attività di formazione per le quali si intende beneficiare del credito di imposta saranno espressamente disciplinati nei piani formativi sottoposti alla condivisione delle Parti sociali.
A tal fine, le imprese che sono dotate di proprie forme di rappresentanza sindacale aziendale, costituite nell’ambito di Federmanager, stipuleranno il loro accordo con tali rappresentanze. Viceversa, le imprese associate ai sistema di rappresentanza di Confindustria e Confapi, prive di rappresentanza aziendale manageriale, ovvero le imprese che, prive di rappresentanza, conferiscano espresso mandato all’Associazione del Sistema di rappresentanza datoriale, potranno definire gli accordi sindacali in materia con la rappresentanza di Federmanager territorialmente competente, anche previa costituzione di apposite commissioni territoriali.