"L'innovazione tecnologica e la completa digitalizzazione del Paese vengano finalmente intesi come la vera priorità per il governo''. Questo l'auspicio lanciato da Federmanager per sottolineare l'urgenza di promuovere l'alfabetizzazione informatica e la cultura dell'innovazione nel nostro Paese.
Federmanager per questo chiede "di assegnare la delega specifica all'attuazione dell'Agenda digitale direttamente a un sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, in grado di operare con autonomia e tempestività, in sinergia con una nuova governance dell'Agenzia per l'Italia Digitale".
A conferma dell'impegno dei manager italiani verso questi argomenti è stato presentato ufficialmente l'e-book 'Agenda Digitale Federmanager', già disponibile on-line, che raccoglie i contributi e le proposte per una nuova strategia digitale, raccolti dalla Federazione sul proprio Blog tematico nel corso dell'ultimo anno.
Partendo dal presupposto che le competenze digitali rappresentano il principale fattore strategico di innovazione, Federmanager intende assumere il ruolo di catalizzatore dell'innovation, "per favorire l'inclusione digitale e la diffusione della cultura informatica".
Federmanager ricorda, inoltre, una ricerca dell'Università di Tor Vergata da cui emerge che la percentuale di uffici pubblici che adotta lo smart working, ossia possibilità di lavorare da casa o in sedi diverse da quelle aziendali, "si attesta leggermente al di sotto del 2%, rispetto a una media europea intorno all'8%, a conferma di un approccio sbagliato rispetto al telelavoro che nel nostro Paese ha origini di carattere culturale, prima ancora che organizzativo".
''Stimiamo che -commenta Guelfo Tagliavini, coordinatore nazionale Federmanager per l'Agenda digitale- se le aziende e gli enti pubblici italiani facessero ricorso al telelavoro, in percentuale analoga alla media europea, ciò consentirebbe risparmi per 4 miliardi di euro, eppure tra le linee della spending review del governo non vi è traccia di un piano per l'applicazione dello smart working su larga scala.
Bisogna capire che non si tratta meramente di uno strumento che consente di conciliare meglio i tempi di lavoro con le esigenze personali e familiari, ma di una modalità organizzativa per migliorare la produttività aziendale''.