Audizione alla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati sulla situazione di Tirrenia

La delegazione federale, composta anche dalla Presidenza dell'Unione Sindacale Capitani di Lungo Corso al Comando e Direttori di Macchina – U.S.C.L.A.C./U.N.C.Di.M., aderente a Federmanager, ha fornito il proprio contributo di considerazioni e proposte sulla procedura di privatizzazione di Tirrenia, evidenziando le preoccupazioni relative all'esito della nuova gara avviata con la recente pubblicazione dell'avviso a manifestare interesse all'acquisto di Tirrenia Navigazione, da parte del Commissario Straordinario della Compagnia.

Ad avviso di Federmanager, il fallimento del tentativo di privatizzazione finora avviato è stato determinato dalla scelta di procedere alla cessione delle Società del Gruppo Tirrenia, a cui viene legato l'affidamento di servizi sussidiati, senza aver voluto prima provvedere ad una reale liberalizzazione del settore del trasporto marittimo.

Sarebbe stato, infatti, opportuno separare il processo di privatizzazione delle Compagnie da quello per l'affidamento dei servizi di trasporto, in modo da definire preliminarmente gli obblighi riguardanti i collegamenti da garantire, le modalità delle prestazioni e gli investimenti richiesti agli eventuali acquirenti delle Compagnie di navigazione.

Ciò avrebbe consentito maggiori certezze circa l'affidabilità degli acquirenti interessati a fornire in futuro il servizio di trasporto pubblico, offrendo garanzie circa l'efficienza e qualità dei servizi di cabotaggio marittimo di cui intendono farsi carico, con l'obiettivo di assicurare il diritto alla mobilità agli abitanti delle isole e la continuità territoriale anche nei prossimi anni.

Ai fini della privatizzazione di Tirrenia, serve sgombrare ogni dubbio sulle mire dei potenziali acquirenti rispetto alla consistente "dote" che è già stabilito venga trasferita alla Compagnia per i prossimi otto anni, in termini di sovvenzioni statali per garantire la continuità del servizio pubblico, oltre alle attività commerciali di Tirrenia, che rimangono, peraltro, tutt'ora appetibili per il mercato.

Nell'attuale contesto, pertanto, rispetto all'esigenza di procedere in tempi rapidi alla cessione della Compagnia, occorre prioritariamente ribadire l'impegno, confermato dal Ministro dei Trasporti, On. Altero Matteoli, nell'incontro con le Parti Sociali del 6 settembre scorso, alla vendita dell'intero complesso aziendale di Tirrenia e non delle singole rotte, evitando il cosiddetto "spezzatino", a salvaguardia anche dei livelli occupazionali e della continuità aziendale.

La nostra Organizzazione, a tale proposito, si è dichiarata assolutamente contraria alla possibilità di cessioni per singole linee delle rotte fornite da Tirrenia e/o Siremar, ritenendo che preservare l'unità aziendale della Compagnia rimanga l'unica soluzione in grado di far fronte alla necessità sociale di garantire la continuità territoriale e lo sviluppo socio-economico delle isole minori.

In funzione di ciò, nell'immediato, è necessario prendere quelle misure che consentano di poter svolgere le procedure di vendita in maniera efficace, attraverso l'ulteriore proroga dell'attuale convenzione di servizio, con l'impegno del Governo presso le istituzioni comunitarie ad evitare una procedura di infrazione contro l'Italia da parte dell'UE.

In particolare, per non rischiare di far pagare il costo sociale dell'operazione ai lavoratori del Gruppo Tirrenia, si è segnalata l'esigenza di introdurre nel nostro ordinamento delle forme di ammortizzatori sociali per il settore marittimo e, segnatamente, a favore del personale navigante e di terra delle Società attualmente interessate al processo di privatizzazione, che è attualmente sprovvisto di un adeguato sistema di tutele.