Lettera del Presidente – 2013 –

Chi ha avuto modo di leggere il Bilancio sociale 2012 di Federmanager ricorderà che nella mia lettera di presentazione lo connotai come l’anno della riflessione, della rilettura, dell’autoanalisi.

Sottolineai come nelle fasi di forte discontinuità economica e sociale fosse indispensabile, sia per gli individui che per i gruppi sociali, fermarsi a riflettere, contestualizzare comportamenti, azioni e politiche; fosse necessario verificare l’esigenza di un “riposizionamento”.

Gran parte di quanto è stato fatto da Federmanager nel 2013 (e di seguito ne diamo conto) è conseguente quanto sopra.

E’ per questo che, fuori da ogni enfasi, ritengo di poter dire che lo scorso anno è stato l’anno della consapevolezza e dell’orgoglio professionale; l’anno che ha visto l’inizio di un ruolo di rappresentanza finalizzata a rafforzare l’azione di tutela  e valorizzazione della immagine e della funzione della dirigenza; l’anno in cui molto impegno è stato profuso per ribadire all’opinione pubblica, alla politica ed alle Istituzioni, il significato vero e profondo dell’essere e sentirsi dirigenti nelle imprese e nel sociale.

Al centro del nostro impegno (certamente non esaurito) abbiamo posto l’obiettivo di far comprendere a tutti i nostri stakeholder, come i dirigenti, i veri dirigenti, siano una risorsa critica per la competitività e la modernizzazione economica e sociale; come i dirigenti d’azienda costituiscano una categoria (certamente non una casta) che si legittima per il valore creato, per il suo forte senso di eticità e responsabilità sociale.

Una categoria orgogliosa di poter dichiarare di essere  la risultante di un duro processo di selezione meritocratico e valoriale.

Una categoria che chiede alla politica ed all’opinione pubblica di essere correttamente percepita e considerata per quello che può offrire.

Una categoria che agli imprenditori offre partnership per favorire l’indispensabile processo di managerializzazione, internazionalizzazione e quindi crescita delle piccole imprese familiari.

Riteniamo infatti che coinvolgimento, partecipazione, dialogo sociale e responsabilizzazione siano gli ingredienti di base  per risanare e rilanciare il sistema Paese: su queste basi il nostro impegno è certo.

Questo è stato il senso politico della nostra azione di rappresentanza nel 2013: una azione svolta in un quadro sociale, economico ed industriale che era e resta assai critico.

In uno scenario in cui la “nuova politica” ha teso, e tutt’ora tende a colpevolizzare in modo indistinto, tutte le classi dirigenti  del Paese ed ha, di fatto, disintermediato le relazioni sociali e sindacali, quello che abbiamo fatto nel 2012, sviluppato nel 2013 e faremo negli anni a venire, è garantire un sano e meritato protagonismo sociale e professionale della dirigenza.

Giorgio Ambrogioni