Con la Legge 15 luglio 2011 n. 111, di conversione del D.L. n. 98/2011, contenente "Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria", pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 164 del 16 luglio u.s., è stata definitivamente approvata la Manovra economica con cui sono stati adottati anche interventi in materia previdenziale.
Rinviando l'analisi dei principali provvedimenti della Manovra che interessano la Categoria ad una successiva comunicazione, per il momento si focalizza l'attenzione sulle misure che limitano la rivalutazione automatica delle pensioni al costo della vita, a titolo di concorso al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, per il biennio 2012/2013.
Su tale provvedimento, infatti, si è concentrata particolarmente l'azione di lobby sviluppata da Federmanager nei giorni scorsi per cercare di difendere il potere d'acquisto dei nostri pensionati, contro una misura che appare particolarmente ingiusta e demagogica.
Nel merito del provvedimento (Legge n. 111/2001, art. 18, comma 3), il testo originario del Decreto è stato emendato in sede parlamentare, pur confermando l'impianto normativo che prevede un meccanismo di perequazione per scaglioni di pensioni, riconoscendo la precedente disciplina sulla rivalutazione solo alle pensioni fino a cinque volte il trattamento minimo Inps.
Ai trattamenti pensionistici superiori a cinque volte il trattamento minimo Inps, invece, la rivalutazione automatica delle pensioni non è concessa, con esclusione della fascia di importo inferiore a tre volte il predetto minimo Inps, con riferimento alla quale l'indice di rivalutazione automatica delle pensioni è applicato, nel biennio 2012/2013, nella misura del 70%.
La formulazione della norma in esame non è particolarmente chiara, prestandosi a dubbi di carattere interpretativo che, infatti, hanno generato difformi indicazioni apparse sugli organi di stampa.
Tuttavia, l'interpretazione che, a nostro avviso, sembra rispondente alla lettera della norma è quella per cui agli assegni pensionistici superiori alla soglia di cinque volte il trattamento minimo Inps viene concessa esclusivamente la quota di rivalutazione nella misura del 70%, anziché del 100%, per la parte di pensione inferiore a tre volte il predetto minimo Inps, quindi fino a circa 1.400 euro. La parte rimanente della pensione, invece, rimarrà congelata ai livelli dell'anno precedente, senza alcun ritocco legato all'inflazione.
In sintesi, il meccanismo di perequazione automatica delle pensioni nel biennio 2012/2013, opererà come segue:
- Pensioni fino a cinque volte il trattamento minimo Inps
– 100% di rivalutazione per gli importi fino a tre volte il trattamento minimo Inps;
– 90% di rivalutazione tra tre e cinque volte il predetto minimo Inps (cioè circa tra 1.400 euro e 2.300 euro), secondo la normativa previgente. - Pensioni superiori a cinque volte il trattamento minimo Inps
– 70% di rivalutazione per gli importi fino a tre volte il trattamento minimo Inps;
– Nessuna rivalutazione per gli importi superiori a tre volte il trattamento minimo Inps.
Da tenere presente che per le pensioni di importo superiore a cinque volte il trattamento minimo Inps ed inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante sulla base della normativa vigente, l'aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato.
A ciò si aggiunga (Legge n. 111/2001, art. 18, comma 22-bis) l'applicazione di un contributo di solidarietà introdotto sulle cd. "pensioni d'oro", cioè superiori ai 90.000 euro lordi annui. Per un periodo transitorio a cominciare dal prossimo mese di agosto 2011 e fino al 31 dicembre 2014, infatti, per la quota di pensione eccedente i 90.000 euro verrà applicato un contributo di solidarietà del 5%; oltre i 150.000 euro tale contributo viene elevato al 10%. Al di sotto della soglia di 90.000 euro lordi annui, invece, non verrà applicata nessuna ulteriore trattenuta.
Ai fini della determinazione dell'importo complessivo del trattamento pensionistico su cui applicare il citato contributo di solidarietà, peraltro, si farà riferimento sia al trattamento pensionistico obbligatorio corrisposto dall'Inps, sia alla quota dei trattamenti pensionistici integrativi corrisposti dai Fondi di previdenza complementare (ad esempio Previndai o Previndapi), precisando, per questi ultimi, che si tratta solo delle prestazioni erogate in forma di rendita, con esclusione della parte percepita in forma di capitale.
Da quanto sinteticamente esposto sopra, si coglie l'iniquità di un intervento che torna a colpire – per la quinta volta negli ultimi 13 anni – le pensioni di fascia medio-alta, contro il quale la Federazione ha promosso una intensa campagna mediatica ed un'azione di sensibilizzazione verso tutte le componenti politiche, in collaborazione con Manageritalia.
In particolare, meritano di essere sottolineate le numerose relazioni istituzionali avviate nella fase di analisi parlamentare della Manovra, sia con partiti di maggioranza che di opposizione, per tentare di modificare il testo del provvedimento in esame.
A tale proposito, Federmanager e Manageritalia hanno richiesto unitariamente a diversi esponenti politici di sostenere la proposta di emendamento con la quale si mirava ad abrogare la norma del Decreto Legge sul blocco della perequazione automatica delle pensioni.
Su tale nostra proposta eravamo riusciti a raccogliere l'adesione di alcuni Senatori, sia di maggioranza che di opposizione, che avevano già sottoscritto l'emendamento per presentarlo all'esame della Commissione Bilancio del Senato, all'avvio della fase parlamentare di approvazione del provvedimento.
Come noto, però, su sollecitazione del Capo dello Stato, si è formato nel frattempo un accordo tra le forze politiche per arrivare in tempi rapidi all'approvazione della Manovra, concordando sulla ammissione di un numero molto limitato di emendamenti al testo originario del provvedimento, condivisi tra i Gruppi Parlamentari, sulla cui votazione è stata posta la fiducia dal Governo, che ha vanificato il nostro intervento nel procedimento legislativo.
In ogni caso, rimane ferma la nostra critica ad una Manovra che non promuove la crescita del Paese e finisce per colpire quelle Categorie, come la nostra, che assolvono pienamente ai propri obblighi fiscali, senza intaccare le sacche di spreco e di privilegio che gravano sulla finanza pubblica.
Per questi motivi, proseguirà l'azione di protesta della Federazione con ulteriori iniziative che condivideremo con le altre Organizzazioni di rappresentanza della dirigenza, agendo in ogni sede, inclusa quella giudiziaria.