L'incidente al Porto di Genova conferma che per garantire la sicurezza in tutti i posti di lavoro, prima ancora di vincoli procedurali e accorgimenti tecnici, serve un’adeguata cultura alla prevenzione degli incidenti unita alla professionalità degli operatori”. Questa la conclusione del Vice Presidente di Federmanager, Carlo Poledrini, esperto di sistemi di traporti, che aggiunge: “per le modalità con cui è avvenuto l’incidente appare incomprensibile come sia potuta verificarsi una tragedia di tale gravità, nonostante il Porto di Genova certamente sia all’avanguardia in termini di servizi tecnico-nautici e dotazioni tecnologiche”. “L’esigenza sentita da più parti di una maggiore autonomia delle Autorità Portuali e di liberalizzazione dei servizi deve coniugarsi con la garanzia di assoluta sicurezza nella navigazione e la salvaguardia delle persone e delle infrastrutture. Il dibattito sulla riforma della legislazione portuale in Italia -prosegue Poledrini – non può prescindere dall’esigenza prioritaria di preservare elevati standard di sicurezza e tutela dell’ambiente”.
“La deregulation e la ricerca di efficientamento dei costi, nell’ambito del trasporto marittimo come di qualunque altra attività produttiva, non può prescindere dalla valorizzazione del senso di responsabilità e dalle competenze professionali”. Da questo punto di vista – sottolinea ancora Poledrini – il ruolo dei manager è determinante per trovare il punto di equilibrio tra la tradizionale garanzia di effettività della normativa e la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, intesa in una moderna concezione prevenzionistica”.
Il Vice Presidente di Federmanager continua auspicando che “ l’incidente di Genova possa far comprendere a tutti gli operatori che la lotta per la sicurezza non si combatte con la contrapposizione ma con la fiducia e la collaborazione reciproca tra tutte le componenti, in un quadro regolatorio certo con competenze e poteri chiaramente distribuiti”.
“Vogliamo sperare che non si alzi un polverone su una tragedia per difendere interessi strumentali. Dal nostro punto di vista – conclude Poledrini – per rendere più sicuri i porti italiani servirebbe soprattutto individuare una unica regia in capo ad un soggetto ben identificato, con poteri e responsabilità adeguati, che possa assumere un ruolo di programmazione e coordinamento della politica del trasporto marittimo, integrata con tutta la filiera della logistica.
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