Dopo nuove tasse e dopo ennesimi balzelli sulle pensioni c’è chi ha il coraggio di ipotizzare il ritorno al divieto di cumulo tra pensione e lavoro autonomo.
Per Giorgio Ambrogioni – Presidente Federmanager – è una ipotesi talmente assurda che, oltre a produrre altro lavoro nero, causando l’effetto contrario di arrecare un danno alle finanze pubbliche, sarebbe una limitazione della libertà dell’individuo, principio cardine della democrazia.
Se, come appare dalle anticipazioni, questo provvedimento andasse a colpire chi percepisce pensioni superiori ai 50 mila euro, oltre ad apparire come una sanzione punitiva contro chi ha operato proficuamente nella propria vita lavorativa, si esporrebbe ad evidenti censure di natura costituzionale, con la conseguenza di alimentare il contenzioso giudiziario.
Ancora una volta anziché trovare soluzioni al problema degli esodati, trovare forme e modi per abbattere la spesa pubblica improduttiva e la corruzione, la politica mostra tutti i suoi limiti reintroducendo divieti antistorici, inefficaci e che disincentivano l’impegno a restare attivi alla luce del sole.
Federmanager ha sempre visto nel divieto di cumulo fra pensioni e reddito da lavoro una concezione burocratica e penalizzante dell’attività lavorativa ed ha portato avanti per anni la battaglia per la sua abolizione per consentire di liberare risorse produttive in grado di dare un significativo contributo alla crescita del Paese.