Roma, 27 nov. (Labitalia) – Il talento rappresenta un fattore di
competizione tra le economie globali, secondo la prima edizione del
Global talent competitiveness index (Gtci), che e' stato pubblicato
dall'Insead, sulla base di una ricerca condotta insieme allo Human
capital leadership institute di Singapore (Hcli) e in collaborazione
con il gruppo Adecco. Il vertice della graduatoria Gtci e' dominato da
paesi europei. I primi dieci posti includono solo due paesi
extraeuropei, cioe' Singapore e Stati Uniti.
Le nazioni al vertice della graduatoria presentano molti aspetti
in comune, tra cui importanti investimenti nell'istruzione (Regno
Unito, Svizzera), una storia d'immigrazione (Usa, Australia) e una
chiara strategia per sviluppare e attrarre i migliori talenti
(Singapore). La Svizzera che e' in testa alla classifica ha ottenuto i
punteggi piu' alti in quasi tutte le variabili considerate; tuttavia
e' al 18° posto in classifica per la sua capacita' di attrarre i
talenti. I Paesi del Nord Europa sono tra i piu' competitivi nello
sviluppare talenti. Tuttavia, la Danimarca ha superato i suoi vicini
nordici eccellendo in variabili quali apertura verso l'esterno ed
efficacia del sistema Paese. Inoltre, la Danimarca vanta una maggiore
flessibilita' nel mercato del lavoro e strumenti di protezione sociale
rispetto ai Paesi vicini, elementi che le hanno permesso di ottenere
il terzo posto in graduatoria.
L'Italia e' risultata al 36° posto in classifica. Questa
posizione risulta da una relativa scarsa capacita' di attrarre talenti
(in base a questa variabile, scende al 79° posto) e da una migliore
capacita' di farli crescere (33° posizione secondo questa variabile),
grazie a buone valutazioni dell'efficacia e della qualita' del sistema
dell'istruzione scolastica e universitaria, secondo gli standard
internazionali. I principali fattori critici per la capacita' di
attrarre talenti in Italia sono rappresentati da una bassa 'apertura
verso l'esterno' del sistema Paese, da una limitata mobilita' sociale,
da una scarsa presenza delle donne nel mondo professionale in
confronto agli uomini. (segue)
(Labitalia) – Bruno Lanvin, consigliere delegato di Global
Indices, Insead, e co-autore del rapporto, ha affermato: "La capacita'
di attrarre i talenti sta diventando la vera moneta con la quale
Paesi, regioni e citta' competono l'uno con l'altro. La disoccupazione
giovanile e' diventata una questione centrale in tutti i tipi di
paesi, ricchi o poveri, industrializzati o emergenti: oltre il 50%
delle persone piu' giovani di 25 anni sono disoccupate nell'Europa
meridionale, mentre piu' del 50% della popolazione di molti paesi
africani ha meno di 18 anni. Il mero confronto di queste due cifre da'
un'idea delle tensioni e delle sfide che ci troveremo ad affrontare
nel prossimo futuro".
"I 103 Paesi -ha ricordato Paul Evans, docente di Risorse umane
e sviluppo organizzativo intitolata alla Shell, Insead, e co-editore
del rapporto- considerati presentano una serie di differenze: le
economie piu' ricche necessitano di maggiori competenze manageriali
per promuovere l'innovazione e una ripresa dell'occupazione; mentre i
paesi in via di sviluppo necessitano ancora di competenze tecniche e
professionali per costruire infrastrutture, sistemi sanitari e
scolastici. Ma tutti questi Paesi hanno in comune il bisogno di
sviluppare un ambiente adatto a favorire la crescita, l'attrazione e
il trattenimento delle competenze e dei talenti di cui necessitano".