Roma, 24 mag. (Adnkronos/Labitalia) – "Un governo nuovo che
comincia a battere sentieri vecchissimi e che non portano da nessuna
parte". Va giu' duro Giorgio Ambrogioni, presidente di Federmanager,
sul governo Letta e sull'ipotesi di "reperire fondi intaccando di
nuovo le cosiddette pensioni d'oro", come spiega a Labitalia.
"E poi -chiede Ambrogioni- cosa si intende per pensioni d'oro?
Non certo quelle dei dirigenti. Nella nostra categoria (sono dati
forniti dall'Inps al 31 dicembre 2011) si percepisce in media una
pensione di 60 mila euro lordi all'anno, pari a poco meno di 3.600
euro netti al mese. Ma i dirigenti d'azienda hanno gia' dato -avverte
Ambrogioni- e non si pensi ancora a loro perche' abbiamo subito, dal
1998 al 2012, ben 5 blocchi perequativi dell'assegno pensionistico,
pari a una perdita del 20% del suo potere d'acquisto".
Non solo. Ambrogioni ricorda al governo che "esiste anche una
sentenza della Corte Costituzionale, la 316 del 2010, che dice
all'esecutivo: basta con i tentativi di reiterare blocchi
perequativi". (segue)
LAVORO: AMBROGIONI (FEDERMANAGER), BASTA COLPIRE PENSIONI DIRIGENTI (2) =
(Adnkronos/Labitalia) – "Le uniche pensioni d'oro -aggiunge
Ambrogioni- sono quelle ottenute da riscatti e contributi figurativi.
Ma quelle, come le nostre, ottenute da contributi versati in tutta una
vita di lavoro non sono d'oro e non devono essere toccate".
Anche l'ipotesi di toccare le retribuzioni alte imponendo una
maggiore tassazione, non trova d'accordo Ambrogioni. "E' una strada
che deprime i consumi -sottolinea- e che oltretutto mortifica
l'impegno, il merito e la responsabilita' che i dirigenti mettono nel
loro lavoro".
"I dirigenti -conclude Ambrogioni- non sono una 'casta' da
colpire: vengono tutti dal ceto medio, non hanno ereditato posizioni
di potere, ma hanno conquistato quello che hanno solo per merito e
risultati raggiunti. Si cerchino strade piu' efficaci per far tornare
i conti".