Roma, 8 mag. (Labitalia) – Anche dopo la riforma Monti-Fornero,
il sistema pensionistico obbligatorio "non puo' essere considerato
finanziariamente sostenibile". A lanciare l'allarme, in vista delle
'Giornate nazionali della previdenza', in programma il 16-17-18 maggio
a Milano, sono gli attuari, la categoria di professionisti che ha tra
le proprie specializzazioni i complessi calcoli previdenziali.
L'anticipo del passaggio a un sistema di calcolo contributivo,
l'eliminazione delle pensioni di anzianita' e il posticipo dell'eta'
di pensionamento hanno certamente migliorato la situazione in ottica
di sostenibilita'. Per la gestione finanziaria del sistema
pensionistico obbligatorio rimangono tuttavia aperte – secondo gli
attuari – le problematiche legate all'occupazione, all'andamento
economico e alla demografia.
In linea teorica, osservano gli attuari, un allungamento della
vita lavorativa dei contribuenti consentira', anche con il sistema
contributivo, di raggiungere pensioni piu' elevate. Ma la diffusione
di carriere 'basse' e di lavori discontinui, oltre all'effetto di Pil
vicini allo zero o addirittura al di sotto (al Pil e' legata la
rivalutazione annuale dei montanti) fa prevedere pensioni di livello
inadeguato. E il rischio poverta', sottolineano gli attuari, non e'
l'unico che dovra' essere affrontato dai futuri pensionati. Si
profilano anche problemi connessi al rischio salute e autosufficienza
e al rischio anzianita' legato alla perdita del lavoro nelle eta'
avanzate ma non ancora coperte dalla pensione. L'obiettivo finale, che
gli attuari continuano a mettere in rilievo, e' quello di lavorare a
un welfare integrato e allargato, tale da soddisfare i bisogni primari
della popolazione.