Economia

IL CASO

Ansaldo Energia, la mossa dei manager
"Dateci una quota, l'impresa resti italiana"

Tramire l'associazione Federmanager, i dirigenti della società chiedono a Finmeccanica e al gruppo di imprenditori guidati da Cdp di poter acquistare una quota azionaria. "E' un'impresa strategica per il nostro paese

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MILANO - Chiedono di poter entrare nel capitale della società. Perché credono nelle potenzialità dell'azienda che hanno contribuito a risanare e rilanciare. E perché sono convinti che si tratto di un'azienda strategica per il paese e per la sua industria. I manager di Ansaldo Energia si propongono come soci del gruppo controllato da Finmeccanica. E, tramite l'associazione di categoria, lanciano un messaggio sia ai vertici della società del Tesoro che ha messo in vendita il pacchetto di maggioranza, sia alla cordata italiana guidata da Cdp.

Se ne è fatto carico Giorgio Ambrogioni, presidente di Federmanager: "Auspico che si concretizzino le condizioni affinchè ai dirigenti di Ansaldo Energia sia offerta l'opportunità di proporsi come azionisti della propria azienda. Sarebbe un modo estremamente significativo non solo per valorizzare il ruolo del management ma anche per dar loro la concreta possibilità di ribadire e confermare la loro fiducia nel valore e nelle potenzialità dell'azienda".

Inutile aggiungere che Ambrogioni è contrario alla vendita all'estero della società genovese e boccia l'offerta arrivata dai tedeschi di Siemens: "La nascita di una cordata italiana che si candida ad entrare in modo significativo nel capitale di Ansaldo Energia è un segnale assolutamente positivo perchè significa che nel nostro paese c'è ancora voglia di difendere il sistema industriale e, quindi, contrastare processi  di 'colonizzazione' ad alto rischio di successiva deindustrializzazione".

Un necessario passo indietro. Il cda di Finmeccanica ha approvato un piano di dismissioni dai settori "no core" dei tarsporti e dell'energia per concentrarsi su difesa e sicurezza e per abbattere il debito entro la fine dell'anno. Oggettod i dismissione, oltre ad Ansaldo Energia sono Ansaldo Breda e Ansaldo Sts. Ma il governo - che pure ha datto l'avvallo in cda di Finmeccanica all'operazione - ora pare intenzionatio a non cedere società leader nei loro settori di attività in mnao straniere. E ha mosso il Fondo Strategico della Cassa depositi Prestiti (al 70% del Tesoro) per trovare una soluzione.

Nel caso di Ansaldo Energia, la Cdp ha intenzione di persentare un'offerta alternativa ai tedeschi di Siemens assieme a un gruppo di industriali formato dal gruppo Camozzi, Acciaierie Venete e la famiglia Usberti. A cui ora, per una quota minima, potrebbero aggiungersi i manager della società.

"Si tratterebbe di un investimento simbolico ma estremamente significativo - spiega Ambrogioni - perché si vuole dare un messaggio contro al deindustrializzazione del nostro paese. Non dobbiamo ripere gli errori compiuti in passato con le privatizzazioni, impostate male e peggio gestite. E soprattutto si vede fermare la colonizzazione di quel poco che è rimasto del nostro sistema industriale".

Potrebbe apparire una posizuione di retriguardia, quando in molti sostengono che uno dei mali dell'Italia è la scaras attrattività degli investimenti esteri. Ma Ambrogioni ribatte l'accusa: "Ben vengano gli investimenti esteri, ma non quando vogliono portare via le nostre eccellenze. Guardiamo, per esempio il caso Terni, con Thyssen che prima è entrata nel capitale e poi ha disinvestito. In Francia e in germania le imprese che considerano strategiche vengono difese dal pericolo della colonizzazione. Perché solo in Italia succede il contrario". Ambrogioni rivolge poi un appello agli industriali italiani: "Basta investire solo nei settori protetti e nei monopoli semplicemente sostituendosi allo Stato. Non è di questo di cui ha bisogno l'Italia se vuole ancora avere un ruolo in Europa. Anche per questo è positivo l'intervento in Ansaldo. Assieme ai manager".