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Inps, perché Boeri sbaglia sulle pensioni. Parola di Ambrogioni (Federmanager)

Dopo Federspev, la federazione aderente alla Confedir che rappresenta dirigenti medici, farmacisti e veterinari, che ha definito “malsane” le idee sulle pensioni del nuovo presidente dell’Inps Tito Boeri, arriva anche la presa di posizione di Giorgio Ambrogioni, presidente di Federmanager, la Federazione nazionale dei dirigenti di aziende industriali.

LE IDEE DI BOERI

Da dicembre scorso alla guida dell’Inps, Boeri è fra i sostenitori dell’opportunità di ricalcolare le cosiddette pensioni d’oro, quelle superiori a 2.000 € mensili lordi, con il metodo contributivo già in vigore per i lavoratori assunti dopo il 1995.

EQUITA’ POSSIBILE?

Il presidente di Federmanager, Ambrogioni, è intervenuto in seguito alla pubblicazione nei giorni scorsi di un articolo scritto da Boeri insieme ad altri autori, dal titolo ‘Pensioni equità possibile’. “Siamo alle solite, la ricetta proposta è infarcita di ideologie ed è discriminatoria e in verità non molto diversa da quelle già circolate, altro che equità possibile”, ha commentato Ambrogioni.

DOVE SBAGLIA BOERI

“Il sistema di calcolo retributivo ha portato dei vantaggi nel calcolo della pensione? Può essere vero – osserva Federmanager -, certamente non per tutti, e come lo stesso Prof. Boeri ammette ne hanno beneficiato le pensioni medie, molto meno quelle medio alte che hanno dei rendimenti pensionistici decrescenti al crescere della retribuzione e alcune delle quali sono state anche plafonate da un tetto pensionistico”.

I NUMERI

“Ma visto che si parla di equità, agli autori della proposta vogliamo soltanto ricordare – prosegue Ambrogioni – che su circa 16,6 milioni di pensioni, come dovrebbe ben sapere il Presidente in Pectore dell’Inps, oltre 7 milioni hanno pensioni integrate o con maggiorazioni sociali e un altro milione sono pensioni sociali o di guerra. Stiamo parlando del 50% del totale delle nostre pensioni: una percentuale mostruosa, dove è facile immaginare che si annidino praterie di lavoro in nero e di evasione”.

CHI PAGA?

Passando poi al pagamento di queste “pseudo pensioni” Ambrogioni ha sottolineato che  esse sono “naturalmente a carico del bilancio pubblico e quindi di chi paga onestamente le imposte che, guarda caso sono proprio coloro a cui si pensa di mettere le mani in tasca”.

A pagare le tasse quindi “sono gli onesti lavoratori e pensionati che stanno o si sono costruiti una pensione con il versamento vero di contributi, e non con i regali scandalosi del nostro legislatore, come baby pensioni, promozioni il giorno prima della pensione, “scivoli”, indennità per i nostri politici e cosi via”, continua il presidente di Federmanager.

COSA SI ATTENDE FEDERMANAGER

“Se vogliamo recuperare davvero un po’ di equità anziché fare demagogia o scialbo populismo – conclude il Presidente Federmanager – le azioni da prendere debbono andare in altra direzione e lasciare in pace, una volta per tutte, chi sostiene – lo dimostrano i numeri – il nostro sistema di welfare pensionistico e sanitario e che già sono stati e continuano a essere tartassati da blocchi della perequazione per il recupero del potere d’acquisto e da vari contributi si solidarietà. E’ questo che ci aspettiamo dal prossimo Presidente dell’Inps. Ovviamente non staremo con le mani in mano a fronte di questo ulteriore tentativo di esproprio”.

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