{"id":6725,"date":"2016-02-01T00:00:00","date_gmt":"2016-01-31T23:00:00","guid":{"rendered":"https:\/\/www.federmanager.it\/la-nostra-industria-ricomincia-da-tre\/"},"modified":"2016-02-01T00:00:00","modified_gmt":"2016-01-31T23:00:00","slug":"la-nostra-industria-ricomincia-da-tre","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.federmanager.it\/la-nostra-industria-ricomincia-da-tre\/","title":{"rendered":"La nostra industria ricomincia da tre"},"content":{"rendered":"
A partire da Ilva<\/strong> e dalle nostre aspettative sulle manifestazioni di interesse all’acquisto, tenendo conto delle preoccupazioni per le altre società del Gruppo e per gli effetti sull’indotto, abbiamo chiesto e ci attendiamo che governo e istituzioni compiano uno sforzo di lungimiranza sulla questione siderurgia<\/strong>. Da come sarà gestita la vendita del polo siderurgico più rilevante in Europa dipenderà molto del futuro della produzione industriale del Vecchio Continente. <\/p>\n Seguiamo da vicino la vicenda, e gli sviluppi connessi alla trasformazione in legge del decreto Guidi, perché innanzitutto lo dobbiamo al nostro management che, con responsabilità e assumendosi non pochi rischi, sta continuando a lavorare alla sopravvivenza del Gruppo. Ma è un dovere che sentiamo nei confronti del Paese: l’Ilva rappresenta un polo strategico penalizzato da anni di indecisioni, malgoverno e ritardi, che dovrebbe piuttosto esercitare il proprio potenziale, che è significativo anche in termini di competitività dell’acciaio europeo nello scenario globale. <\/p>\n Ricordiamoci che Taranto è anche una porta aperta sul Mediterraneo, che meriterebbe di diventare un canale di ingresso privilegiato per merci e traffici con Asia e Medioriente. All'opposto, stiamo pagando l’assenza di un organico Piano nazionale per la Logistica <\/strong>che andrebbe approvato con intelligenza e in tempi brevi. La totale mancanza di un’azione integrata su logistica, trasporti e infrastrutture sta infatti causando una perdita di Pil consistente, oltre a porci in posizione arretrata rispetto ai competitor europei. Su questo tema Federmanager lancerà a breve delle iniziative che, condivise con stakeholder del settore, produrranno output precisi in cui riassumeremo le urgenze e indicheremo le soluzioni per porti, aeroporti, nodi autostradali e collegamenti su ferro. <\/p>\n Inoltre c’è il capitolo energia<\/strong>, che coinvolge in prima battuta rilevanti aziende pubbliche o di interesse pubblico con le quali questa Presidenza ha avviato un’interlocuzione diretta, mentre, dall’altro lato, sono in fase di ripensamento le politiche specifiche con i Paesi produttori, Libia e Iran tra tutti. La sicurezza energetica di una Nazione oggi è un tema di assoluto rilievo, che ha precisi impatti su ambiente, salute dei cittadini e aspettative legittime delle future generazioni. <\/p>\n Quando sentiamo discutere delle priorità di politica industriale, dunque dobbiamo intendere congiuntamente queste tre dimensioni. Riconoscere la centralità della siderurgia, della logistica e trasporti, dell’energia significa essere allo stesso tempo consapevoli del grande patrimonio dell’industria italiana ed essere orientati verso un futuro necessario e percorribile. <\/p>\n Su questo ho aperto un confronto con alcuni rappresentanti del governo e dei ministeri competenti, con gli amministratori delegati delle grandi aziende, e sto incontrando tutti i nostri stakeholder per unire gli sforzi. D’altronde, non manchiamo di sottolineare che un’azione che rilanci questi tre asset è parte integrante della nostra vision complessiva, che guarda alla società e ci chiede di contribuire alla costruzione di un sistema Italia. <\/p>\n Agiamo con la responsabilità sociale di chi sa che è necessario integrare scuola e impresa, valorizzare il patrimonio storico artistico e culturale e, anche in rapporto alle scelte energetiche, favorire gli interventi per la riduzione dell’impatto ambientale, in linea con gli accordi esito della recente Conferenza mondiale sul clima.<\/p>\n Su un punto però pretendiamo attenzione: l’industria italiana non riparte senza un’iniezione di fiducia nel nostro management<\/strong>. A tal proposito dobbiamo essere non chiari, ma chiarissimi: è per tutti insano e dannoso perseverare in attacchi generici alla nostra categoria. Serve, invece, una politica che valorizzi sempre di più le competenze manageriali e la leadership positiva. C’è un gran bisogno di orientare la cultura manageriale nelle imprese verso le tematiche sociali e aiutare le piccole e medie imprese a superare la dimensione familistica difensiva.<\/p>\n Di tutto questo si occuperà la Commissione speciale per le politiche industriali<\/strong> che Federmanager ha istituito e che prende corpo in queste ore per dare le nostre risposte, anche in vista degli Stati generali dell’industria indetti dal governo. Per innovare e per definire con successo le azioni da mettere in campo per sostenere il management e l’industria italiana in tutti i suoi settori economici.<\/p>\n <\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" A partire da Ilva e dalle nostre aspettative sulle manifestazioni di interesse all’acquisto, tenendo conto delle preoccupazioni per le altre società del Gruppo e per gli effetti sull’indotto, abbiamo chiesto e ci attendiamo che governo e istituzioni compiano uno sforzo di lungimiranza sulla questione siderurgia. 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