LETTERA DEL PRESIDENTE – 2010 –

Pensavamo che il 2010 potesse essere l’anno dell’inizio dell’uscita dal tunnel, l’anno della ripresa della nostra economia e del riassorbimento della tanta, troppa disoccupazione manageriale e non.
Purtroppo così non è stato ed al prolungarsi della crisi economica e finanziaria, crisi che la politica non ha saputo governare, si è accompagnata una crisi parallela determinata da una caduta verticale di principi, valori, senso etico e responsabilità individuale e collettiva.
Tutto quanto sopra non può però esimerci dall’operare una giusta verifica se anche noi dirigenti, come corpo sociale, come componente della classe dirigente del Paese e come Organizzazione di rappresentanza non si abbia una qualche responsabilità: una responsabilità per non aver fatto, detto e proposto quanto necessario per contribuire alla ricerca delle soluzioni più giuste nell’interesse del Paese.
Dobbiamo chiederci se quella metamorfosi che abbiamo promesso due anni fa, assumendo la Presidenza di Federmanager si sia riusciti ad avviarla o meno.
Dobbiamo chiederci se la trasformazione da Sindacato a Parte sociale siamo riusciti ad avviarla, se siamo riusciti, con la nostra azione di tutti i giorni a conciliare la legittima tutela dei nostri interessi con la valorizzazione del nostro ruolo sociale, con la nostra volontà di essere parte attiva del dialogo sociale.
Personalmente ritengo che una attenta lettura di questo nostro Bilancio Sociale possa consentire una valutazione sufficientemente positiva e comunque funzionale a quanto sopra, possa consentire di capire e valutare lo sforzo fatto per offrire ai dirigenti industriali, ai quadri e alle alte professionalità che a noi fanno riferimento strumenti di crescita, tutele e orientamenti culturali coerenti con le loro attese.
Penso si possa cogliere se e come si sia riusciti a proporci, alla politica e al mondo imprenditoriale, come partner con cui è interessante ed utile confrontarsi.
Dal Bilancio Sociale 2010 si può e si deve cogliere che siamo a metà di un percorso di trasformazione certamente non facile ma obbligato, difficile ma coerente con le attese del management e della società che a noi guarda aspettandosi proposte, contributi, soluzioni.
Ma non ci siamo limitati a questo: grande è stato l’impegno per recuperare unità di intenti; per dare concreta attuazione alle intese contrattuali; per avviare un processo di riorganizzazione a livello centrale e territoriale; per rafforzare l’azione di indirizzo e supporto nei confronti degli Enti categoriali (Fasi, Fondirigenti, Previndai, ecc.) sia bilaterali che non. Altrettanto forte è stata l’azione federale a sostegno della Cida mirata al recupero di una relazione più funzionale con Manageritalia al fine di porre le premesse per la crescita di un unico grande soggetto rappresentativo di tutto il management pubblico e privato.
Come ho detto prima abbiamo iniziato un viaggio che ci propone altre tappe: quello che abbiamo fatto nel 2010, anno centrale di questo mandato, è stato ed è importante perché ha tracciato una linea guida che ci vincola e che è quella del rinnovamento, del cambiamento, della responsabilità.

Giorgio Ambrogioni