Il nostro direttore generale, Mario Cardoni, spiega il nuovo servizio “Foreign executive desk”, dedicato ai manager che hanno lavorato, lavorano o stanno iniziando una nuova esperienza fuori dai confini nazionali
Ampia e calorosa è stata la partecipazione ai 3 webinar “Il manager e il lavoro all’estero, aspetti contrattuali, previdenziali e fiscali”, che abbiamo organizzato nel mese di luglio, con oltre 500 presenze registrate per singolo webinar. Un successo in termini di adesione diretta e di condivisione con le nostre Associazioni territoriali.
Durante questi eventi online abbiamo presentato il servizio Foreign executive desk, lo sportello Federmanager a disposizione dei manager che lavorano o hanno lavorato all’estero, attraverso il quale i nostri esperti forniscono consulenza contrattuale, anche in lingua inglese, previdenziale e fiscale.
Si è trattato di un focus su una dimensione del lavoro in crescita e in grande evoluzione, sulla quale c’è scarsa conoscenza, sostenuta da una normativa complessa e farraginosa, ma che indubbiamente coinvolge una parte sempre più numerosa della nostra categoria.
Ciò che normalmente accade quando ci si trova a lavorare in un paese straniero, è che si finisce per affidarsi all’azienda per le questioni attinenti alla costituzione e alla gestione di questa nuova esperienza di lavoro. Meglio sarebbe, per il manager, poter contare sulla sua associazione di rappresentanza che, come facciamo noi in Federmanager, ti sa assistere nel migliore dei modi, aiutandoti nella difficile interpretazione degli effetti sul piano previdenziale – soprattutto – e fiscale che ne conseguono.
L’ampia partecipazione e le numerose domande che sono state presentate dai partecipanti ai webinar hanno confermato che il nostro Foreign executive desk ha colto nel segno, facendo affiorare un bisogno latente e assai diffuso.
Quanto ai contenuti, trattati in maniera espositiva sintetica e diretta, abbiamo approfondito i principali aspetti normativi e contrattuali da tenere in debita considerazione quando si va oltreconfine. Tutto questo grazie all’ausilio di un team di esperti di alto profilo professionale in materia contrattuale, previdenziale e fiscale.
Tra le prime questioni affrontate ci sono quelle relative a residenza fiscale, iscrizione all’Aire e valutazione del posizionamento del centro di interessi vitali. Abbiamo preso in considerazione non solo la disciplina italiana (art. 2 Tuir), ma anche la normativa internazionale redatta su mod. Ocse, citando casi pratici della giurisprudenza in cui, nonostante la residenza formale all’estero, il fisco italiano ha preteso le imposte anche nel nostro Paese.
GUARDA LA VIDEOCLIP DEL WEBINAR
“Il trasferimento del dirigente all’estero – La normativa previdenziale applicabile ai lavoratori all’estero e gli effetti della contribuzione estera sul massimale contributivo ex legge 335/1995”
Abbiamo quindi affrontato i problemi di applicazione della normativa delle convenzioni di sicurezza sociale: sono stati individuati casi in cui i datori di lavoro spesso applicano erroneamente le retribuzioni convenzionali anche a livello previdenziale con futuri danni sulla pensione; quindi, la regola di base riguarda il lavoro in Europa, dove bisogna applicare sempre le retribuzioni effettive se si viene assoggettati a previdenza italiana.
GUARDA LA VIDEOCLIP DEL WEBINAR
“Le regole di pensionamento in convenzione internazionale“
Abbiamo chiarito anche le regole del passaggio di residenza fiscale: abbiamo infatti preso in esame il punto cruciale del calcolo dei 183 giorni, utile sia per la residenza fiscale nel singolo anno d’imposta sia per la applicabilità o meno delle retribuzioni convenzionali a livello fiscale. Infine, spiegato per bene il concetto di trasferta, trasferimento e distacco, sul piano contrattuale, previdenziale e fiscale, dando evidenza degli apparenti vantaggi per quello che concerne la futura pensione e l’uso spesso errato dell’esenzione delle indennità di trasferta e trasferimento.
GUARDA LA VIDEOCLIP DEL WEBINAR
“La fiscalità per i lavoratori in distacco estero, le retribuzioni convenzionali e il regime agevolato per i lavoratori impatriati”
Uno specifico approfondimento è stato dedicato al tema del bonus degli impatriati, offrendo una rappresentazione articolata della complessità della evoluzione della normativa dal 2010 a oggi, che tenesse conto delle importanti modifiche apportate dal decreto Crescita del 2019 che conduce a uno sconto dell’imponibile fiscale fino al 90% per 10 anni consecutivi per chi si trasferisce fiscalmente in Italia dopo almeno 2 anni all’estero.
Molta attenzione abbiamo rivolto alla prassi dell’Agenzia delle entrate, come nel caso di chi rientra da un distacco e spesso potrebbe non avere diritto al bonus, o anche alla nuova proroga quinquennale del bonus disposta per chi è rientrato entro aprile 2019.
Per un manager già oltreconfine, per chi sta per trasferirsi in un altro Paese oppure intende far rientro in Italia, il nostro servizio Foreign executive desk può fare la differenza.
Per richiedere assistenza, basta scrivere a centrodiascolto@federmanager.it o contattare il 06/44070700.
Welcome to all!
Il direttore generale Federmanager
Mario Cardoni