Un anno “all inclusive”

A guardare tutte insieme le attività che abbiamo realizzato nel corso del 2017, raccolte in questa nuova edizione del Bilancio Sociale Federmanager, l’impressione è che sia stato fatto più di quanto era stato prefisso. Sicuramente non abbiamo esaurito il percorso, ma i risultati raggiunti sono stati notevoli e soprattutto collettivi.

Sono sincero nell’affermare che questa macchina ha funzionato grazie all’impegno di molti: le 57 sedi sul territorio e la struttura nazionale innanzitutto, e tutti i colleghi che si impegnano per il successo di questa Federazione negli Organi, negli Enti e nelle Società del sistema, nelle imprese come rappresentanze sindacali, nei Gruppi di lavoro, a livello confederale ed europeo.

Nel pieno della trasformazione digitale, della rivoluzione del mondo del lavoro e del sovvertimento del ruolo dei corpi intermedi nella società, potevamo ciascuno fare la propria parte e sarebbe stato abbastanza.

Invece, siamo riusciti ad abbracciare una visione più ampia, condivisa, e questo ci ha permesso di realizzare in pochissimi mesi una gamma di progetti eterogenea e ambiziosa.

In questo senso il 2017 è stato per noi un anno “all inclusive”: lo dimostrano il numero di attività realizzate, i nuovi servizi agli associati, l’informatizzazione dei servizi e della comunicazione, il rilancio degli Enti e delle Società del sistema, l’ottimizzazione della gestione e cost saving, le opportunità nuove di networking e di formazione, le relazioni con le rappresentanze degli imprenditori sempre più fluide e dirette.

E, ancora, la continuità del dialogo istituzionale, il contributo alla definizione delle politiche pubbliche, la costante presenza sui media, il forte impegno sulla questione pensioni alla luce della relativa pronuncia costituzionale, la solidarietà sociale.

Abbiamo toccato tutte le aree di intervento estendendo il raggio d’azione.

D’altra parte, il 2017 è stato un anno “all inclusive” anche nel metodo. La vision di questa Presidenza, che è basata sulla partecipazione, appartiene a quel genere di consapevolezza che sostiene che il totale possa essere maggiore della somma aritmetica dei suoi fattori.

Progetti come la certificazione delle competenze manageriali, con il lancio di quattro profili professionali di cui abbiamo curato ogni aspetto, al quale questo Bilancio Sociale debitamente dedica un focus, non sarebbero stati possibili se, dal centro al territorio e viceversa, non avessimo tutti remato insieme nella medesima direzione.

Stesso ragionamento vale per la gestione dei nostri conti. La relazione economica che leggerete in questo documento è lo specchio di un anno in cui abbiamo ottimizzato i rapporti con i partner, le spese di gestione, rivoluzionato gli assetti della galassia Federmanager.

Ciò che abbiamo ottenuto da queste operazioni lo abbiamo reinvestito. Abbiamo puntato sui territori, abbiamo finanziato progetti che hanno avuto ricadute nei luoghi dove si fa impresa.

Una parte consistente dell’anno trascorso è stata impegnata nella costruzione di migliori relazioni sindacali con Confindustria, Confapi e le altre organizzazioni di rappresentanza.  Anche qui, la visione “all inclusive” che abbiamo promosso ci ha permesso di individuare degli obiettivi comuni e, sui punti di contatto, consolidare il dialogo costruttivo che avevamo avviato.

Lo dimostra l’ottimo stato di salute dei nostri enti bilaterali, considerati ormai best practices nel campo del welfare.

La nascita di 4.Manager a ottobre 2017 è esemplare. L’Associazione che condividiamo con Confindustria è nata da zero per fronteggiare una esigenza emersa in modo significativo negli ultimi anni: dare una risposta in materia di politiche attive del lavoro che supporti i colleghi e, allo stesso tempo, sia foriera di una nuova cultura di impresa in cui manager e imprenditori si riconoscono alleati per lo sviluppo del Paese.

Abbiamo considerato una grande opportunità il Piano Impresa 4.0 varato dal ministero dello Sviluppo economico, e abbiamo cercato – trovandoli – partner affidabili con cui cogliere le opportunità previste nel piano. Le sinergie avviate con Confindustria digitale, passando per i protocolli con le università individuate come competence center, fino ad arrivare ai progetti in tema di startup, innovazione, passaggio di competenze tra senior e junior, e l’alternanza scuola lavoro, sono tutte espressioni di una Federazione inclusiva che riconosce il valore aggiunto creato dalla condivisione di sapere, obiettivi, strumenti.

Ricordiamo che il 2017 si è aperto con un governo appena insediato. Venti di antipolitica e instabilità interna ai partiti facevano conoscere all’Italia il preludio di quella che oggi tutti chiamano Terza Repubblica. Tuttavia, per un anno, siamo riusciti a finalizzare l’azione di accreditamento istituzionale mettendoci al riparo da provvedimenti ostili e presentando Federmanager come interlocutore affidabile capace di definire priorità nell’interesse generale. Il numero dei nostri incontri con la politica è cresciuto e la collaborazione che abbiamo instaurato con i tecnici di Palazzo Chigi è stata utile a perfezionare provvedimenti come l’isopensione e la R.I.T.A. e ad allargare la platea di beneficiari delle agevolazioni in tema di welfare.

Abbiamo contribuito a riorientare la politica industriale verso un profilo di maggiore efficacia. Le attività delle Commissioni di Settore, utilissime per rafforzare la squadra e condividere un metodo di fare rappresentanza che è nuovo rispetto alle dinamiche interne all’azienda, hanno attraversato il 2017 con azioni specifiche sui temi di competenza: dall’energia alla logistica, alla siderurgia e all’Industria 4.0, passando per la sanità fino alla costituzione, a inizio anno, di una commissione dedicata all’industria chimica e farmaceutica.

Tantissimo è stato fatto sui territori, dove è forte l’esigenza di accelerare l’innovazione. “Sharing is caring”, si ripete, ed è un’espressione che si adatta bene anche a questo processo di innovazione aperta di cui siamo partecipi, in cui stringiamo collaborazioni mirate che generano valore.

D’altronde, coltiviamo l’ambizione di realizzare l’innovazione con azioni concrete che in primis vadano a vantaggio dei colleghi, quindi del sistema Paese.

Se questo è lo scopo, in un contesto sempre più complesso e dai punti di riferimento sempre più offuscati, è illusorio credere che la soluzione stia nel porre confini, solcare i perimetri e marcare le diversità. La differenza, piuttosto, la fa la capacità di cooperare per un futuro di opportunità.

La persona e il suo valore sono state al centro dell’Assemblea Nazionale, in un contesto unico qual è la Città del Vaticano che ci ha consentito di riflettere e proporre interventi per un nuovo umanesimo industriale. In quell’occasione, grazie alle memorabili relazioni dei nostri ospiti, siamo riusciti a rappresentare il management nella sua vocazione: una collettività di uomini e donne preparati, responsabili, eticamente coinvolti nella costruzione di un’Italia più competitiva e più coesa.

Abbiamo detto e ripetiamo che serve un progetto Paese di medio-lungo termine che sia orientato anche a formare professionisti migliori e che sia capace di trattenerli a casa propria.

Il lavoro di qualità resta per noi la questione più attuale. In un momento storico in cui si tenta di regolamentare l’impatto dell’automazione e della trasformazione tecnologica, l’Italia ha chances particolari da cogliere per spingere l’economia facendo perno sulla conoscenza e sulla competenza.

La qualificazione del lavoro è la direttrice su cui stiamo intensificando gli interventi, facendo perno sul bagaglio di esperienza dei manager senior e sulle potenzialità innovatrici dei colleghi più giovani.

Con tenacia portiamo avanti questa strategia di rafforzamento del ruolo e dell’immagine del manager: se siamo la seconda manifattura in Europa, la settima al mondo, dobbiamo molto alle nostre persone, alla loro efficienza e senso di responsabilità.

A loro, ai colleghi, mi piace indirizzare questo messaggio di apertura del Bilancio Sociale 2017 con l’auspicio che possano riconoscervi il valore di un anno di attività federali condotte nell’interesse della categoria e per lo sviluppo del Paese.

di Stefano Cuzzilla