IL TERREMOTO COME "METAFORA" DELLA RINASCITA
Se non alimentiamo lo spirito di coesione e di collaborazione non ci potrà essere risposta alla crisi. Basta parole, occorrono fatti e segnali concreti. C'è bisogno di visione, etica della responsabilità, sensibilità al cambiamento, in sintesi di una presenza critica, ma anche propositiva per affrontare una fase delicata della nostra vicenda storica, ma al tempo stesso stimolante se riusciremo a mettere in campo le risorse migliori. Gli ultimi accadimenti evidenziano segnali chiari. Proviamo a coglierne il senso profondo, andando oltre le apparenze.
Il terremoto dell'Emilia, che vede Federmanager impegnata in una raccolta fondi promossa da Confindustria, CGIL, CISL e UIL, è una dura realtà, ma anche un articolata metafora della nostra condizione attuale. L'evento naturale ha sconvolto gli uomini e il territorio, generando dolore, lutto e un senso di impotenza. Ma a questo punto le perdite devono essere superate dalla voglia di riprendere il cammino, di ritrovare il ritmo giusto, per risintonizzare l'"orologio biologico" e l'"orologio produttivo" verso nuovi importanti traguardi. Dall'Emilia, che produce da sola quasi un punto dell'intero prodotto interno lordo italiano, è arrivato un monito: occorre ripartire da concetti come unità, recupero dei valori, solidarietà. L'Italia, messa alla prova, sta dimostrando di saper reagire. D'altra parte ciascuno però deve tornare a fare fino in fondo il suo mestiere: dalla politica, ai sindacati, fino alle imprese, ai manager e alle istituzioni.
L'insieme di fatti ed eventi che vengono proposti in questo numero della newsletter mette in evidenza l'impegno a tutto tondo della Federazione. Stiamo infatti presidiando quelli che sono i "temi forti" del cambiamento. Il "tavolo sulle problematiche della dirigenza privata", che abbiamo aperto con il viceministro Martone, intende affrontare la grave emergenza occupazionale che riguarda le professionalità elevate. Il "progetto Senior", che guarda con attenzione all'utilizzo dell'esperienza dei nostri pensionati a favore della società e il tema della difficile condizione dei dirigenti esodati, non sono che due facce della stessa medaglia, da cui si ricava una morale molto precisa: non possiamo permetterci di mettere da parte l'enorme bacino di competenze e di professionalità di cui i dirigenti sono portatori, in un momento in cui le piccole e medie imprese (PMI), che rimangono il cuore pulsante della nostra economia, hanno bisogno di una guida competente per crescere e affrontare le strade della crescita e della internazionalizzazione. Federmanager si opporrà a questo spreco di talento e di intelligenza.
Se stanno cambiando alcuni capisaldi che credevamo immodificabili del modello capitalistico, imprenditori e manager dovranno investire in formazione e in know-how per fare le scelte giuste e comprendere il "mondo che verrà": il progetto PMI, esaltando la bilateralità con Confindustria, tramite Fondirigenti, vuole rispondere a questa sollecitazione. Non vorremmo essere più costretti a narrare, come ha fatto Carlo Galli nel suo recente pamphlet, la storia di èlite riluttanti di fronte alle responsabilità. Preferiremmo piuttosto partecipare da protagonisti alla costruzione di un nuovo orizzonte di una cittadinanza consapevole, magari esercitata in un Italia migliore.