"Se ci sono stati abusi e comportamenti impropri vengano pure sanzionati e chi ne è stato autore ne risponda a tutti i livelli ma smettiamola con i giudizi sommari e con la tendenza a fare di tutta l'erba un fascio". Giorgio Ambrogioni, presidente Federmanager, risponde così all'articolo pubblicato oggi su 'La Stampa' dal titolo ''Auto di lusso e carte di credito le spese pazze di Finmeccanica''.
"L'azienda dispone di nomi, numeri, strumenti di controllo e contrasto: li tiri fuori -avverte Ambrogioni- e li utilizzi nei casi specifici. E' ora di finirla con la gogna mediatica a cui, da troppo tempo, è sottoposto il gruppo dirigente Finmeccanica: non è accettabile che la responsabilità di alcuni si scarichi su una intera comunità di professionisti che hanno sempre operato con grande senso di responsabilità e nell'interesse delle loro aziende".
E se "l'ingegner Moretti vuole fare pulizia e tagliare sprechi -avvisa Ambrogioni- i dirigenti che rappresentiamo sono al suo fianco perché non hanno nulla da nascondere o proteggere". "Abbiamo scritto a Moretti – riferisce – chiedendo un incontro urgente per parlare di questi problemi ma soprattutto di strategie industriali, di obiettivi: apra un tavolo con noi e si confronti con le nostre idee. Ma basta con annunci buoni solo a creare un clima strumentale di tensione e contrapposizione".
"Premesso che le auto di lusso e quello di cui si parla nell'articolo della 'Stampa' possono aver riguardato alcuni manager – sottolinea Ambrogioni – non abbiamo avuto alcuna difficoltà a condividere e sottoscrivere una nuova e ancora più austera politica aziendale sul benefit auto, ma abbiamo anche chiesto di sottoscrivere un protocollo di relazioni industriali che fissi le regole del gioco, responsabilizzi e valorizzi la dirigenza".
Insomma, dice Ambrogioni, "siamo pronti a un confronto con Moretti, anche aspro, ma che avvenga nelle sedi competenti e non sulle pagine dei quotidiani; siamo pronti a 'sfidarlo' sui temi della meritocrazia, della produttività e della efficienza".
"Finmeccanica – conclude Ambrogioni – ha bisogno di scelte forti ma costruttive, di questo ne siamo certi, e perché siano efficaci debbono essere partecipate e condivise: lo diciamo fortemente convinti che questo sia l'approccio giusto per una cultura aziendale e un modello di governance coerenti con la complessità e le dimensioni di un grande gruppo industriale qual è Finmeccanica. Troppe volte abbiamo assistito a ristrutturazioni e controristrutturazioni conseguenti all'arrivo di un nuovo capo azienda che vuole dimostrare decisionismo e discontinuità col passato ma, in troppi casi, per la poca disponibilità all'ascolto, abbiamo registrato danni irreparabili pagati a caro prezzo dal Paese e dai lavoratori".