Oltre 1.100 utenti collegati in streaming. Un numero che potrebbe commentare, da solo, il successo del nostro webinar “Il valore della sostenibilità. Impatti strategici e strumenti operativi per imprese e manager”, organizzato il 18 febbraio scorso nell’ambito del ciclo di iniziative promosse in partnership con 4.Manager ed Esgr.
Ma molto altro c’è da dire.
Sì, perché in questo webinar abbiamo superato la discussione rituale sulla sostenibilità, ancorata spesso a propositi astratti e non facilmente definibili; abbiamo parlato della realtà concreta in cui manager e aziende si trovano a operare, in questa fase di progressiva uscita dalla pandemia, e della visione strategica da adottare per conciliare sostenibilità e opportunità di business.
L’evento
I lavori del webinar sono stati aperti dal presidente Cuzzilla che, nel suo saluto introduttivo, ha sottolineato l’importanza della sostenibilità nell’ambito della transizione digitale ed ecologica che è al centro del Recovery plan. Cuzzilla ha espresso la sua soddisfazione per il fatto che, nel nuovo governo Draghi, questa transizione sia affidata a due manager di grande livello ed esperienza. In pieno accordo con gli obiettivi governativi, ha ricordato il presidente, Federmanager sta oggi intensificando il percorso di formazione e certificazione BeManager, dedicato ai manager per la sostenibilità e pensato per offrire al mercato risorse manageriali qualificate a guidare la transizione.
La parola è passata quindi a Francesco Rutelli, presidente di Anica, Anica Academy e Soft Power Club. Rutelli, nella sua presentazione, ha posto l’accento sugli impegni assunti dal governo Draghi in tema di sostenibilità e di innovazione e ha ricordato gli obiettivi sfidanti che l’Ue ha di fronte a sé, su tutti quello della neutralità climatica al 2050. Rutelli ha ricordato che il 37% del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sarà destinato alla sostenibilità, un obiettivo che l’Italia dovrà perseguire da subito per rimanere competitiva. Ha inoltre sottolineato come anche i privati stiano decisamente seguendo questa rotta, riportando la presa di posizione di Larry Fink, ceo di BlackRock, che ha parlato del rischio climatico come di un rischio per gli investimenti, nella sua lettera inviata a gennaio ai ceo delle aziende in cui il fondo investe. I criteri Esg (environmental, social and governance) diventano quindi essenziali per le aziende che, grazie alla twin transformation, ecologica e digitale, ha sottolineato Rutelli, avranno più possibilità di uscire dalla crisi e ripartire. Per attrarre finanziamenti, ai criteri Esg sarà importante aggiungere anche la “R” di “reputation”, intesa come reputazione di un credibile impegno in favore della sostenibilità che non sia in alcun modo confondibile con ingannevoli attività di greenwashing.
Dopo l’intervento di Rutelli, è stata la volta della presentazione del video con i dati emersi dalla seconda survey su “La sostenibilità competitiva” (qui il link al nostro comunicato stampa di approfondimento), condotta dall’Osservatorio 4.Manager su 954 manager iscritti alla nostra federazione.
Al termine del video, la parola è andata a Maria Cristina Piovesana, vice presidente di Confindustria con delega all’ambiente, sostenibilità e cultura.
È intervenuto successivamente al webinar Vincenzo Donnamaria, socio fondatore del network Pactum ed esperto delle questioni di sostenibilità che riguardano le aziende, sotto il profilo legale e fiscale. Donnamaria ha evidenziato quanto sia oggi importante per le imprese raggiungere un alto scoring di sostenibilità che consenta di ottenere finanziamenti, mantenere l’appetibilità sul mercato e aumentare le vendite dei prodotti realizzati. Ormai, ha sottolineato Donnamaria, è evidente la relazione tra disclosure dei dati Esg e valore dell’impresa; inoltre, comportamenti virtuosi dal punto di vista dei paradigmi Esg, consentono di ridurre il rischio operativo del business e di attrarre risorse umane qualificate. Negli ultimi anni è poi notevolmente aumentata l’attenzione delle istituzioni sul tema della sostenibilità; si pensi, ad esempio, al cambio della denominazione del “Cipe” in “Cipess”, comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, e a interventi legislativi come l’introduzione dell’obbligo di rendicontazione non finanziaria (d. lgs. 254/2016) che ha recepito la direttiva europea n.95/2014. Tutti aspetti questi che interessano direttamente i manager esperti di sostenibilità, figure cruciali in azienda che, come sottolineato da Donnamaria, saranno sempre più “trasversali” per il tipo di competenze diversificate e complesse richieste dal mercato. L’avvocato ha infine trattato il tema dell’integrazione della strategia fiscale dell’azienda all’interno della strategia aziendale di responsabilità sociale.
Ha concluso i lavori la presentazione curata da Alessandro Lanza, direttore della fondazione Eni – Enrico Mattei e docente Luiss. Lanza ha offerto un quadro della domanda di energia nel mondo, dal 1919 a oggi, ponendo l’accento sulla tipologia di fonti impiegate, nel corso del tempo, per l’approvvigionamento energetico. Dall’utilizzo quasi esclusivo di legno e carbone al picco del petrolio nel 1974, passando per la crescita del nucleare fino al 2000 e arrivando quindi agli ultimi anni, con una quota di rinnovabili segnalata in crescita fino al 2040. Concludendo la discussione sui dati esposti, Lanza ha poi espresso il suo fermo convincimento che la sostenibilità sia un concetto essenzialmente politico, non una definizione tecnica; essa dovrà quindi essere affrontata come una questione eminentemente politica, con l’obiettivo di pensare alla soddisfazione dei bisogni delle prossime generazioni, allo stato difficilmente determinabili.