Roma, 15 apr. (Labitalia) – Nonostante la crisi economica, l'86%
delle aziende, a livello globale, dichiara di aver pianificato per il
2013 nuove assunzioni. Dato che scende al 76% in Europa e al 63% in
Italia. Tuttavia, il 48% delle imprese, nel mondo, ritiene molto
difficile individuare valide candidature. A dirlo un'indagine
realizzata da Michael Page, societa' leader nel recruitment
specializzato in ambito middle e top management, che ha analizzato il
ruolo di 4.348 human resource leader, provenienti da ogni parte del
mondo e impiegati in diverse tipologie di aziende.
"Viste le difficolta' – spiega Simone Turola, di Michael Page –
che gli hr directors affermano di avere oggi nella ricerca dei
talenti, gli stessi si trovano a dover valutare quale strumento possa
essergli di maggior supporto; il trend che si sta sviluppando e' volto
alla multicanalita'".
Ecco le soluzioni piu' utilizzate dagli hr leader per la ricerca
dei migliori candidati: annunci di lavoro on line (usati dal 91% degli
hr intervistati); il proprio sito aziendale (84%); societa' di
selezione (83%) social media (63%). "E' sorprendente notare – osserva
Turola – come, nonostante il loro uso sia molto diffuso, i social
media, da questo punto di vista, non rappresentino ancora uno dei
metodi piu' utilizzati a tale scopo". (segue)
CRISI: ASSUNZIONI IN VISTA PER 86% IMPRESE MA DIFFICILE TROVARE VALIDI CANDIDATI (2) =
(Labitalia) – La 'retention' dei dipendenti, vale a dire gli
strumenti e le strategie utilizzate per aumentare il livello di
soddisfazione dei lavoratori, ha in questo particolare momento
economico un'importanza vitale: il 93% delle aziende sottoposte
all'indagine ha dimostrato di avere una strategia volta ad aumentare
la soddisfazione dei propri dipendenti.
Secondo la ricerca, le soluzioni tradizionali, come ad esempio
il training, la crescita professionale, l'aumento degli stipendi e i
benefit, restano i principali strumenti per incentivare la motivazione
del personale, nonostante quest'ultimo obiettivo sia quello piu'
sfidante da realizzare. Specialmente in Europa e nel Nord America, la
possibilita' delle aziende di considerare gli aumenti retributivi
quali fattori di incentivazione per i dipendenti si e' notevolmente
ridotta.
Le misure intraprese a livello globale per aumentare la
'retention' dei dipendenti sono: per il 43% compensazione degli
straordinari con ferie-permessi e benefit; per il 55% training &
development; per il 27% home office; per il 42% programmi di salute e
bellezza. Il valore attribuito al tempo e' infatti in forte crescita.
L'81% (dato globale) delle aziende fornisce al proprio staff diverse
opzioni per conciliare al meglio vita e lavoro. Le aziende offrono
programmi salute e benessere, soprattutto in Australia-Nuova Zelanda,
Sud e Nord America. Lasciare che i propri dipendenti lavorino da casa
e' una valida soluzione per un terzo delle aziende, soprattutto in
Australia-Nuova Zelanda e in Germania, nel settore technology,
healthcare e beni di consumo. 'Training per la gestione del tempo' e'
uno strumento valido solo per un quarto delle aziende intervistate,
mentre l'asilo aziendale e i congedi parentali sono forniti solo da un
quinto delle aziende. (segue)
CRISI: ASSUNZIONI IN VISTA PER 86% IMPRESE MA DIFFICILE TROVARE VALIDI CANDIDATI (3) =
(Labitalia) – In Europa e Asia, piu' di un terzo degli hr
director guadagna meno di 60.000 euro l'anno, mentre nei restanti
continenti guadagnano di piu': in Australia-Nuova Zelanda (il 26% in
totale) e in America latina (il 23%), le entrate raggiungono i 150.000
euro. Piu' grandi sono l'azienda e il dipartimento dedicato alle human
resource, piu' alte sono le retribuzioni degli hr director.
Anche il tipo di settore gioca un ruolo importante: gli hr
director meglio retribuiti lavorano in settori quali financial
services, energy e beni di consumo. All'altro estremo, le retribuzioni
piu' basse le ritroviamo nei settori servizi come business e retail.
In Europa, Nord America e Australia-Nuova Zelanda, circa il 40% degli
hr director ha una parte variabile della retribuzione molto bassa, che
resta comunque una percentuale molto piu' alta rispetto all'America
Latina e all'Asia.
L'hr manager in Italia risulta essere uno dei profili di
middle&top management piu' ricercati dalle aziende nel 2013. La sua
retribuzione dipende dall'organico in gestione, dal suo perimetro di
intervento, cosi' come dal fatturato realizzato dalla societa'. Puo'
essere aggiunta, a seconda delle aziende, una quota variabile, che
puo' arrivare fino al 20% dello stipendio fisso, e l'auto aziendale.
Per un manager con piu' di 10 anni di esperienza, il range retributivo
va dai 65.000 agli 80.000 euro lordi l'anno.
(Lab)