Tra azione e riflessione – 2012 –

Ci sono momenti in cui non solo è opportuno, ma è assolutamente necessario, fermarsi per riflettere, contestualizzare, riprogettare e riprendere il proprio percorso con stimoli nuovi, con rinnovate certezze e con una visione più aderente alla situazione in essere.

Sono fermamente convinto che questo valga per gli individui ma anche  per i soggetti collettivi, per le Organizzazioni.

Quest’approccio è reso ancor più necessario, in fasi storiche connotate da forti criticità e/o elementi di discontinuità, da tensioni economiche e sociali in grado di influenzare i comportamenti, le politiche, gli stessi modelli di sviluppo.

Federmanager, nel 2012, nel centro di una profonda e perdurante crisi, ha fatto esattamente questo decidendo di affiancare alla sua quotidiana azione sindacale, una fase di riflessione per interrogare se stessa e i dirigenti rappresentati. E su questo ha impegnato Organi e struttura operativa. Lo ha fatto nella convinzione di dover offrire una base conoscitiva fondamentale per i prossimi anni.

Abbiamo convenuto che era giusto interrogarci sul nostro modo di fare rappresentanza, sul nostro modello organizzativo, sul nostro modo di comunicare con gli interlocutori interni ed esterni.

Abbiamo concordato fosse giunto il tempo di tornare ad interrogare i dirigenti su uno dei suoi principali elementi distintivi e cioè il Contratto di lavoro e poi su se stessi, sulla auto percezione,  sul loro essere “uomo o donna manager” fuori dall’ impresa e nelle relazioni sociali e familiari, sui bisogni e le attese più  profonde a cui federmanager es il suo sistema può contribuire a dare risposte.

Lo abbiamo fatto ritenendo giusto aggiornare chiavi di lettura e modelli interpretativi considerato che le ultime indagini su dette tematiche datavano inizi anni novanta; tanto tempo fa  alla luce di quanto avvenuto in questo arco temporale e che ha cambiato radicalmente la categoria e le sue attese.

Fare rappresentanza,  sfuggendo ai rischi dell’auto referenzialità è stato ed è uno dei capisaldi culturali di Federmanager; risultare in linea con l’ evoluzione del ruolo manageriale uno dei suoi obiettivi strategici.

Ma non ci siamo limitati a guardarci allo specchio: non solo progettazione di indagini conoscitive e sondaggi, non solo  riprogettazione di sistemi di comunicazione,  di modelli organizzativi e  di campagne di sviluppo associativo,  il 2012 è stato anche ricco di azioni ed iniziative  sindacali e “politiche”,  un insieme di cui il Bilancio Sociale fornisce un quadro sintetico ma sufficiente a farne cogliere complessità ed impegno gestionale.

Molteplici  iniziative per crisi aziendali; decine di interventi a livello politico parlamentare;  il passaggio non semplice e scontato da “Costituente Manageriale” alla nuova CIDA;  il rafforzamento del ruolo sociale del management e la tutela della sua immagine,  hanno fatto da sfondo ad una azione sindacale che la Categoria ha apprezzato come dimostra,  nonostante la crisi occupazionale, la buona tenuta associativa della Federazione.

Una conferma di consenso che rappresenta un incentivo fondamentale a fare ancora di più per mettersi ulteriormente   al servizio  di una Categoria che costituisce fattore determinante per la  competitività e la modernizzazione delle nostre imprese e del nostro Paese.

Giorgio Ambrogioni