Con il Decreto Legislativo 12 gennaio 2019, n. 14, recante Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza, ha trovato attuazione la Legge Delega n. 155/2017 per la riforma delle procedure concorsuali, mentre nelle ultime settimane è stato approvato da Camera e Senato un ulteriore Disegno di legge con delega al Governo per l’adozione di disposizioni integrative/correttive dei decreti legislativi in attuazione della delega n. 155/17, nel rispetto dei principi e criteri direttivi già fissati dalla stessa, entro due anni dall’entrata in vigore dell’ultimo dei decreti stessi.
Si tratta di una riforma imponente e innovativa la cui entrata in vigore è in gran parte differita di 18 mesi dalla data di pubblicazione. Solo alcune disposizioni sono entrate immediatamente in vigore; tra le altre, per quanto di nostro maggiore interesse, la previsione dell’obbligo in capo all’imprenditore che operi in forma societaria o collettiva di dotarsi di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili, l’ampliamento dei soggetti tenuti alla nomina dell’organo di controllo o del revisore, nonché la specifica previsione della responsabilità degli amministratori nei confronti dei creditori sociali.
Dal 16 marzo sono entrate in vigore ulteriori norme, tra cui alcune modifiche alla disciplina dell’amministrazione straordinaria, l’albo dei soggetti incaricati dall’autorità giudiziaria delle funzioni di gestione e di controllo nelle procedure concorsuali, la certificazione dei debiti contributivi e tributari, nonché la previsione di garanzie in favore degli acquirenti di immobili da costruire.
L’adozione di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili, inoltre, appare propedeutica ad una più efficace applicazione delle nuove disposizioni riguardanti le procedure di allerta e di composizione assistita della crisi che entreranno in vigore solo il 15 agosto 2020. Questo testimonia la volontà di intervenire con effetto immediato su alcuni aspetti della normativa, tra i quali il tema della responsabilità degli amministratori, a prescindere da una situazione di crisi d’impresa “nuda e cruda”, considerato che le novità procedurali principali entreranno in vigore solo nel 2020.
Infatti, se in passato l’amministratore doveva limitarsi a scongiurare la prosecuzione dell’attività aziendale a fronte di uno stato di dissesto dell’impresa, senza conseguenza alcuna, il nuovo Codice della crisi d’impresa gli impone una condotta attiva finalizzata, almeno in teoria, a “superare la crisi e recuperare la continuità aziendale”, con tutte le implicazioni sul piano della responsabilità in caso di inerzia o inadeguatezza delle azioni messe in atto.
I rischi insiti nella nuova disciplina, messi in luce anche nella nota federale dello scorso dicembre indirizzata alla II ͣ Commissione Giustizia di Camera e Senato sul tema “Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza” , riguardano principalmente l’ampio margine di discrezionalità in capo ai soggetti dedicati al controllo, con il pericolo di ingenerare dei c.d. “falsi positivi” e, conseguentemente, di innescare un troppo facile e scontato “scarico di responsabilità” dei soggetti controllanti a danno degli amministratori che in tal modo diventano “iper-attenzionati”.
E’ importante acquisire, quanto prima, consapevolezza rispetto alla portata concreta dei nuovi obblighi incombenti sulle figure con responsabilità di amministratori, in modo da orientare immediatamente la propria condotta alla luce delle nuove disposizioni e da attivarsi prontamente procedimentalizzando gli adempimenti a proprio carico al fine di ridurre il più possibile i rischi connessi ad eventuali difficoltà dell’azienda.
A tale scopo potrebbe rivelarsi utile, ad esempio, strutturare maggiormente/rafforzare i flussi informativi tra gli amministratori e i soggetti tenuti all’obbligo di segnalazione degli indici di crisi, monitorare costantemente e fattivamente la continuità aziendale ai fini di assicurarsi la tempestività dell’intervento e l’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile tenendo conto non solo dell’andamento interno ma altresì del contesto economico esterno e del suo evolversi.
La crisi di impresa riveste un’importanza di primo piano nel contesto socio-economico attuale per cui è necessario per Federmanager, essere pronti a dare le risposte che gli associati si attendono. Ciò considerato, sono allo studio specifici corsi di formazione dall’imprinting concreto su questi temi strategici, promossi dalla nostra Management School, Federmanager Academy, con specialisti di primissimo livello.