La proposta contenuta nella Legge di stabilità di valorizzare la contrattazione decentrata attraverso il ripristino dal 2016 di un tassazione agevolata sui premidi produttività "estesa anche ai casi di partecipazione agli utili ancora poco diffusi nel nostro paese, e soprattutto, attraverso il welfare aziendale, va certamente nella giusta direzione". Lo dichiara a Labitalia Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager,associazioneche rappresenta tra gli altri anche molti direttori delle Risorse Umane.
"Quello che è sbagliato, però -avverte Cuzzilla- è porre un limite di retribuzione annua: in primo luogo perché se si escludono le fasce apicali sarà difficile che, laddove non presenti, si diffondano su quelle più basse; in secondo luogo perché se parliamo di maggiore produttività, significa che parliamo di vero maggior valore prodotto e, quindi, una tassazione agevolata è pur sempre meglio di niente", conclude Cuzzilla.
Per quanto riguarda la contrattazione, la proposta di legare i salari alla produttività dell'azienda che piace anche al presidente di Confindustria Giorgio Squinzi , trova Federmanager "in linea di principio sostanzialmente d'accordo". Cuzzilla spiega a Labitalia che "le aziende per essere competitive hanno bisogno di maggiore flessibilità, sia in termini organizzativi che retributivi".
"D'altra parte -fa presente Cuzzilla- in questo paese abbiamo le retribuzioni più basse e questo è frutto di una eccessiva rigidità del contratto collettivo nazionale che ha appiattito i salari verso il basso con il paradosso per i lavoratori di condividere i momenti di difficoltà ma non quelli di successo".
Ma la proposta presenta anche delle criticità. "Il limite -osserva Cuzzilla- è rappresentato da un tessuto produttivo in gran parte poco recettivo, sia per una questione culturale e storica di relazioni industriali contrappositive, ma soprattutto per la presenza maggioritaria di aziende piccole, anzi micro, con meno di 10 dipendenti dove il sindacato non c'è". La differenza in termini qualitativi non la fa però solo la dimensione aziendale, avverte Cuzzilla, ma anche e soprattutto l'organizzazione interna.
"Va considerato, infatti, -sostiene il presidente di Federmanager- che nel segmento delle aziende medio-grandi, in cui è presente una struttura organizzativa sostenuta da adeguate competenze manageriali il livello di produttività è assolutamente in linea con i nostri competitor. Anzi, spesso più elevato, quando in queste aziende, come il più delle volte avviene, vengono applicati, almeno per dirigenti e quadri sistemi di retribuzione incentivante collegati a obiettivi misurabili e collegatiin misura percentuale al raggiungimento degli stessi".
"La strada virtuosa è quella di estendere questi sistemi gestionali anche alle altre categorie e sostituire progressivamente i tradizionali premi di produttività che guardano esclusivamente al risultato di bilancio", conclude Cuzzilla.