Quest’anno tengo particolarmente a inviarti il mio personale saluto prima della pausa estiva. Per molti di noi si tratterà di una parentesi breve, alcuni continueranno a lavorare ad agosto per recuperare le perdite subite durante il lockdown, altri dedicheranno maggiore tempo a figli e nipoti.
In questi mesi abbiamo certamente riaffermato la rilevanza di alcuni valori: la collaborazione con i colleghi, la centralità degli affetti, il calore della famiglia e degli amici. Tutto quello che abbiamo vissuto ha rinsaldato anche le qualità manageriali, quelle che da sempre ispirano il nostro impegno come classe dirigente; mi riferisco al senso della leadership, all’importanza di motivare e far crescere i nostri collaboratori, al problem solving così come al lavoro in team, e alla fiducia, resa ancor più valida in tempi di smart working. Aggiungo, il grande spirito di solidarietà e di responsabilità nei confronti di chi ha meno e di chi da questa pandemia è uscito più fragile.
Tutto questo bagaglio valoriale deve accompagnarci nello sforzo della ripresa. Nella corsa alla ripartenza. È importante che tutta la retorica che ha fatto echeggiare un po’ ovunque il richiamo alla necessità di costruire una “nuova normalità” si fondi su una condotta seria, responsabile e umana.
So bene che abbiamo davanti un autunno critico, caratterizzato da forti incertezze che rendono l’ordinaria attività di pianificazione e di gestione particolarmente complessa. Incombono cose a cui è bene farci trovare preparati.
Il risveglio dell’economia italiana è la precondizione per la tenuta dell’intero sistema sociale. L’intera nostra categoria ha ben chiaro in mente questo obiettivo.
Per questo, non siamo stati fermi. Se segui i nostri aggiornamenti, saprai che in questi mesi abbiamo investito molto sui servizi, consolidando quelli esistenti e introducendone di nuovi. Ne costituiscono tre validi esempi il Progetto Previdenza, la Certificazione delle Competenze Manageriali “BeManager”, e l’attivazione dell’outplacement, come strumento di politica attiva del lavoro.
Per i manager in pensione, inoccupati o in servizio il sistema di questa Organizzazione continua a offrire una gamma di tutele e di opportunità unica nel panorama industriale, non solo nella quantità ma anche nella qualità delle prestazioni erogate.
In campo sanitario, previdenziale, consulenziale, assicurativo e formativo, abbiamo dalla nostra una galassia di enti e società che sono solidi. Abbiamo saputo agire con tempestività alle conseguenze derivanti dalla crisi Covid-19 e, prefigurati diversi scenari, posso affermare che l’intero sistema tiene.
Non solo. Rafforzeremo tutti i servizi per far fronte alle necessità che emergeranno nel secondo semestre del 2020, quando sarà fondamentale mantenere le alte performance che ci contraddistinguono e, al contempo, dimostrare massima vicinanza alle esigenze individuali di ciascun associato.
Fasi, Previndai, Fondirigenti, 4.Manager e la più recente I.W.S. S.p.A. rappresentano i pilastri della bilateralità con Confindustria. Fasdapi, Previndapi, Fondazione Idi, Fondo Dirigenti Pmi e Pmi Welfare Manager sono le risposte costruite insieme a Confapi. Anche tutti gli altri enti e fondi che condividiamo nell’ambito dei contratti aziendali e di secondo livello, al pari delle società che abbiamo creato in casa Federmanager come Assidai, Praesidium, Federmanager Academy, CDi Manager e la nostra onlus Vises, hanno tutti dimostrato la loro utilità in questi mesi e giocheranno un ruolo altrettanto cruciale nei prossimi.
Puoi contare su questa ricchezza, frutto della lungimiranza di chi mi ha preceduto e della gestione oculata degli anni più recenti, perché è innanzitutto la tua ricchezza.
E io per primo, insieme ai miei collaboratori e alle Associazioni territoriali che in ogni provincia italiana costituiscono il presidio per la categoria, sono al lavoro per capitalizzarla ogni giorno.
Parte di questo impegno è rivolto all’esterno, perché non avremmo mai un sistema forte senza una rappresentanza forte.
Ecco perché è bene che ciascuno faccia la propria parte: dobbiamo far crescere la reputazione della nostra Organizzazione, favorire il passaparola tra colleghi, mettere a fattor comune il nostro know how e farci conoscere ed apprezzare per quello che siamo.
Noi siamo dalla parte di chi sta in azienda e di chi si è guadagnato la pensione servendo il Paese, lavorando per renderlo competitivo e per assicurare un futuro alle prossime generazioni.
Nei miei rapporti istituzionali con il Governo e con le forze politiche continuo a insistere sul medesimo concetto, vale a dire che senza competenza, senza preparazione, senza persone che sappiano fare e fare bene le cose, il nostro Paese non potrà voltare pagina.
Siamo di fronte a una crisi inattesa e dalle proporzioni senza precedenti, che si è abbattuta su una situazione già difficile. In questo scenario conta certamente molto aver ottenuto ingenti risorse economiche in Europa, ma sarà fondamentale affidarne la destinazione a donne e a uomini dotati delle competenze manageriali all’altezza della sfida.
Questo è ciò in cui credo e per cui continuo a battermi in ogni sede e a ogni livello.
È tempo che il Paese ci riconosca il ruolo che abbiamo ed è tempo, per noi, di incidere maggiormente nelle scelte politiche che riguardano la ricostruzione.
Concludo con un’ultima riflessione.
Se vogliamo davvero accelerare la ripresa, occorre che mondo del management e mondo dell’impresa stringano un’alleanza strategica. Le aziende sono fatte di persone e il ruolo del management è vitale per assicurare il risultato all’imprenditore e occupazione e benessere agli altri lavoratori. Con la nuova governance di Confindustria, con i vertici di Confapi e con i rappresentanti delle altre aziende industriali sono in costante dialogo. Anche in questo caso, va sostenuto uno sforzo di consapevolezza per trovare soluzioni nuove.
Servono soluzioni nuove, lo credo davvero.
Innovazione, digitalizzazione, internazionalizzazione e sostenibilità ambientale sono i driver su cui tutti sono d’accordo ad investire. Oltre le dichiarazioni, però, dobbiamo realizzare iniziative concrete. Se non per noi, lo dobbiamo alle generazioni a venire.
È con questo sguardo aperto sul futuro da costruire insieme che ti ringrazio per continuare a scegliere di far parte di questa grande Organizzazione.
Con i più cordiali saluti
Stefano Cuzzilla
Presidente Federmanager