COMUNICATO STAMPA <<Lo sviluppo economico ha bisogno di valori, certificazione delle competenze, assunzione di responsabilita', comportamenti virtuosi>> Sabato 17 ottobre 2009 si è svolta, presso la sala convegni del Gran Hotel Baia Verde di Aci Castello, la tavola rotonda "Merito e responsabilità sociale: valori per lo sviluppo". Per i giovani dirigenti di Federmanager, l'associazione di categoria dei dirigenti industriali, non si può prescindere dal valore del merito coniugato con un forte senso di responsabilità sociale per una fase nuova di cambiamento su cui impostare il rilancio e lo sviluppo del nostro sistema economico sociale. La grave crisi che stiamo attraversando e che con difficoltà stiamo lasciando alle nostre spalle ha dimostrato che di fondo esiste una crisi di valori, emersa palesemente da atteggiamenti disinvolti di realizzare profitto perdendo di vista il bene comune. Per il coordinatore nazionale, Francesco Castelletti <<merito e non cooptazione, liberarsi da meccanismi di dipendenza e assistenzialismo, puntare sul dovere più che sui diritti, sulla voglia di fare sono elementi fondamentali per lo sviluppo economico che passa attraverso la crescita della collettività. Di questo – ha sottolineato – ha bisogno il nostro paese e soprattutto le aree più disagiate presenti nel meridione che in questi anni ha visto crescere il divario tra nord e sud>>. La ricetta per i giovani dirigenti presentata e confrontata con i loro ospiti, Antonino Mirabile e Giorgio Cappello di Confindustria Catania, l'On. Giuseppe Castiglione, Carlo Marino, Carmelo di Noto, direttore risorse umane di ErgMed e la professoressa Carmela Schillaci di economia aziendale, consiste nell'affermare il merito in un concetto di virtù collettiva più che di valore individuale associato a valori etici che vanno recuperati e soprattutto a comportamenti etici che vanno stimolati verso se stessi e verso gli altri. Per dare maggiore concretezza al processo di cambiamento occorre puntare sulla valorizzazione delle competenze, puntare su chi sa e su chi sa fare, innescare un virtuoso processo di diffusione del valore della reputazione che consenta di trattenere i giovani più meritevoli e di innescare il necessario passaggio generazionale che è il fattore essenziale per un cambiamento culturale della collettività che porti allo sviluppo del territorio e quindi dell'intero paese. Infine, ecco il decalogo del giovane dirigente: <<1. ama il gioco di squadra, promuove una sana competizione a beneficio della collettività; 2. gratifica e valorizza i suoi collaboratori, li sceglie in base al merito; 3. umile, apprende dai propri errori assumendosene la responsabilità; 4. ascolta e lascia la porta del suo ufficio aperta; 5. persegue il risultato, impegnandosi in prima persona, dando lui per primo l'esempio; 6. trasmette il senso di appartenenza all'azienda, ma sa dire anche "no"; 7. è onesto e trasparente, ha una visione morale del lavoro; 8. è autorevole, sa che solo con il merito si può raggiungere una stabile leadership; 9. è curioso, e cerca la verità con la sensibilità di chi non ha paura del nuovo; 10. sa controllare le emozioni negative, influendo positivamente sul clima>>. Scarica i documenti sull'argomento:
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