Compatibilità tra sicurezza, economia, efficienza ed ambiente
L’Italia si trova di fronte agli obiettivi di politica climatica dell’UE al 2020 e 2030 in una posizione sicuramente migliore di un decennio fa, ma molto resta ancora da fare. Da una parte occorre riconoscere gli sforzi di rinnovamento del settore energetico compiuti dopo la liberalizzazione nella prima decade del secolo. Dall’altra si affaccia con sempre maggiore vis politica l’impegno per la decarbonizzazione dell’economia. Il Paese, negli ultimi anni, ha investito massicciamente, prima in tecnologie tradizionali e poi in rinnovabili/efficienza, ma la strategia si è rivelata sovradimensionata rispetto agli effettivi bisogni, dopo la caduta dell’economia sotto la scure della crisi globale. Ora, il superamento dell’impasse economico appare molto lento, mentre la spinta all’efficientamento ed il rallentamento delle attività produttive, comuni nei paesi dell’UE, tendono a ridimensionare il fabbisogno energetico dal 2005.
Sulla base di queste premesse, lo studio mira ad evidenziare le questioni ancora aperte, elaborando degli scenari del sistema energetico italiano al 2030, con un primo step di verifica al 2020. Ne emergono delle
chiare indicazioni di politica energetica.
Al 2020, pur con una crescita moderata dell’economia, l’Italia, continuando sulla strada intrapresa fino ad oggi, raggiungerebbe i traguardi fissati dall’UE.
Al 2030, una mancata accelerazione sul fronte della decarbonizzazione, e quindi del risparmio energetico e delle energie pulite, condannerebbe l’Italia a non raggiungere il traguardo del -40% di emissioni di gas
serra rispetto al 1990. I necessari interventi per l’efficientamento e la penetrazione delle fonti energetiche comporterebbero dei costi legati all’installazione ed implementazione delle nuove tecnologie, che
vengono stimati allo 0,4-0,8% del PIL previsto per il 2030. D’altra parte, essi apporterebbero dei benefici  anche a livello paese, come la riduzione della spesa per l’approvvigionamento energetico, ricadute
positive a livello produttivo e occupazionale, oltre alla riduzione dell’inquinamento collegato allo sfruttamento delle fonti di energia tradizionali.
Per questi motivi, uno dei temi più importanti sull’agenda dei futuri governi e per le istituzioni è proprio quello energetico.