La sostenibilità come “nuova normalità” aziendale. E non solo per garantire un futuro possibile, ma soprattutto per intervenire sul presente, oggi ostaggio della crisi accentuata dall’emergenza Covid.
Un’impresa sostenibile è più resiliente e competitiva, può guardare a nuove prospettive di profitto accrescendo, al contempo, la reputazione nei confronti della clientela e di tutti gli stakeholder del mercato.
Questa la visione centrale emersa nel corso del nostro web talk “Il valore della sostenibilità. Profitto, concorrenza e reputazione d’impresa”, organizzato in partnership con 4.Manager ed Esgr e seguito da oltre mille utenti collegati in streaming.
L’evento
“È una sfida da vincere insieme. Gli investimenti sulla sostenibilità portano utili, ma implicano anche il forte impegno sociale di cui il Paese ha bisogno”. Questo il messaggio chiaro lanciato, nei saluti di apertura, dal presidente Cuzzilla che ha sottolineato l’impegno profuso dalla nostra federazione per la piena affermazione della sostenibilità in azienda, con risultati di assoluta eccellenza: sono infatti oltre 100 oggi i “manager per la sostenibilità” certificati grazie al percorso di certificazione delle competenze “BeManager”.
La prima parte dei lavori ha beneficiato anche degli indirizzi di saluto di Gennaro Vecchione, direttore generale del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), che ha posto l’accento sull’importanza del principio di tutela ambientale nel nostro ordinamento e ha spiegato come le tematiche ambientali siano, a pieno titolo, tra gli obiettivi dell’attività informativa del comparto intelligence italiano.
È stata quindi la volta dell’intervento di Francesco Rutelli, presidente di Anica, Anica Academy e Soft Power Club, che ha analizzato l’evoluzione negli anni dell’impegno globale per la sostenibilità: dagli albori del “Rapporto Brundtland” fino all’Accordo di Parigi del 2015 e alle misure economiche recentemente previste dalle istituzioni, a livello europeo e nazionale. Rutelli ha focalizzato inoltre l’attenzione sull’importanza della reputazione derivante dal rispetto dei criteri Esg (environmental, social and governance) per rendere l’Italia un Paese sempre più attraente per turisti e clienti internazionali.
Momento centrale del web talk è stata poi la presentazione del video con i risultati principali della survey “La sfida della sostenibilità competitiva”, condotta dall’Osservatorio 4.Manager su 1.121 tra dirigenti, quadri e professional iscritti a Federmanager. Uno studio importante che rappresenta il “termometro” della sensibilità manageriale rispetto ai temi cruciali della sostenibilità
A seguire il keynote speech curato da Marzio Galeotti, professore di Economia politica presso il dipartimento di Scienze e Politiche ambientali dell’Università degli studi di Milano. Galeotti ha offerto ai partecipanti un’ampia panoramica sul tema della sostenibilità nelle diverse accezioni contemplate dagli Sdgs dell’Onu; partendo da spunti originali come la crescente frequenza di ricerca su Google del termine “sostenibilità” e fino alle rilevazioni riguardanti la realtà operativa delle aziende. Galeotti ha evidenziato infatti come le aziende con solide pratiche Esg mostrino, ad esempio, minor costo di capitale, minore volatilità e un minor numero di casi di corruzione, concussione e frode in determinati periodi di tempo.
L’evento è stato quindi concluso dagli interventi di Carlo Mazzi, presidente di Prada, e Roberta Casali, presidente del Cda di Tages Capital Sgr e nostro manager certificato.
Mazzi ha, a più riprese, sottolineato la necessità di favorire una complessiva cultura della sostenibilità come base del cambiamento in azienda, ma non solo. Ha altresì illustrato le attività portate avanti da Prada in tema di sostenibilità, sia attraverso le iniziative culturali della “Fondazione Prada” sia con progetti sui materiali, come quello che ha riguardato la produzione di nylon ricavato dalla plastica rinvenuta negli oceani. L’azienda ha inoltre aderito al “Fashion Pact”, voluto dal presidente Macron per riunire le realtà leader del settore tessile e del fashion su ambiziosi obiettivi ambientali.
Casali ha condiviso l’esigenza di puntare su una nuova cultura d’impresa, che renda la sostenibilità una leva strategica per la crescita partendo dallo sviluppo di competenze qualificate, di cui tutti i livelli manageriali dovranno disporre. La sostenibilità, a giudizio di Casali, deve essere trasversale alle diverse aree aziendali, con l’obiettivo di realizzare un modello di impresa che coniughi profitto e impatti ambientali e sociali. In questo senso, anche la comunicazione aziendale non potrà essere autoreferenziale, ma dovrà contribuire positivamente attraverso criteri di chiarezza e trasparenza