Si fa seguito alle precedente comunicazioni attinenti quanto in oggetto, per segnalare che con il Messaggio n. 4678 del 18 marzo u.s. l’Inps ha confermato quanto da noi già anticipato circa la possibilità, per i soggetti esclusi dal primo blocco di salvaguardati (quello di 65.000 unità), di presentare nuovamente l’istanza di beneficio alla DTL competente, per ottenere la salvaguardia nell’ambito del secondo scaglione, pari complessivamente a 55.000 soggetti.
Nello specifico, i lavoratori il cui rapporto di lavoro si sia risolto in ragione di accordi individuali o in applicazione di accordi collettivi di incentivo all’esodo che, per esaurimento dei posti disponibili, non rientrano nel primo provvedimento di salvaguardia, se hanno i requisiti potranno essere tutelati dal secondo provvedimento, entro il contingente numerico – ai sensi dell’art. 22, comma 1, lettera d), della Legge n. 135/2012 – pari a 6.000 unità di lavoratori “esodati”.
Pertanto, i lavoratori di cui all’articolo 6, comma 2-ter, della Legge n. 14/2012 ed all’articolo 2, comma 1, lett. g) e h), del Decreto interministeriale dell’1 giugno 2012, le cui domande di accesso al beneficio di cui all’articolo 24, commi 14 e 15, della Legge n. 214/2011, siano state accolte dalle competenti Commissioni delle Direzioni territoriali del Lavoro e, tuttavia, siano rimasti esclusi (per incapienza del contingente numerico) dal predetto beneficio, sono tenuti a presentare istanza per l’accesso al beneficio di cui all’articolo 22 della Legge n. 135/2012 ed al Decreto interministeriale 8 ottobre 2012, alle competenti Commissioni delle Direzioni Territoriali del Lavoro entro il 21 maggio 2013.
Nel citato Messaggio Inps n. 4678, richiamando le precedenti Circolari emesse dall’Istituto per regolare le procedure di accesso al beneficio, si specifica che la procedura relativa alla salvaguardia del secondo contingente è da considerarsi altra e diversa rispetto a quella precedente (relativa al primo scaglione di 65.000 salvaguardati), in quanto risulta diversa la normativa di riferimento in base alla quale, in presenza dei requisiti richiesti, è possibile presentare istanza di ammissione al beneficio, in base alla procedura disciplinata dal Decreto interministeriale 8 ottobre 2012.
Ne deriva che le decisioni delle competenti Commissioni delle Direzioni Territoriali del Lavoro di accoglimento delle istanze presentate dai lavoratori di cui all’articolo 6, comma 2-ter, della Legge n. 14/2012 ed all’articolo 2, comma 1, lettere g) e h), del Decreto interministeriale dell’1 giugno 2012, rimasti esclusi dal beneficio di cui all’articolo 24, commi 14 e 15, della Legge n. 214/2011, non sono utili per l’ammissione alla salvaguardia di cui all’articolo 22 della Legge n. 135/2012 ed al Decreto interministeriale 8 ottobre 2012.
Le indicazioni fornite dall’Inps ufficializzano sostanzialmente quanto anticipato da Federmanager, a seguito di incontri istituzionali, tenuto conto che con il Decreto interministeriale 8 ottobre 2012 si è ampliato l’arco temporale delle tutele già previste con la Legge n. 135/2012 per coloro in possesso dei requisiti richiesti (con decorrenza del trattamento pensionistico entro il trentaseiesimo mese successivo alla data di entrata in vigore del citato D.L. n. 201/2011, il cui termine è fissato al 6/01/2015).
Non ci sono informazioni, invece, né da parte dell’Inps né del Ministero del Lavoro, su quanti siano precisamente gli “esodati” che non hanno trovato posto nel primo scaglione di 65.000 salvaguardati, pur avendone i requisiti.
A tale proposito, non ci sono ancora aggiornamenti precisi sullo stato di avanzamento della procedura di conferma dell’ammissione alla salvaguardia per i primi 65.000 lavoratori, che avrebbe dovuto concludersi entro febbraio, nella quale, invece, ci risulta siano ancora da trattare numerose posizioni.