(Labitalia) – Certo, ammette il presidente di manager e
dirigenti, "le complessita' e gli equilibri di una maggioranza
abbastanza eterogenea, come quella al governo, non ci sfuggono come
non ci sfuggono le difficolta' del Paese, ma nonostante questo ci
aspettavamo una manovra oggettivamente piu' coraggiosa e che incidesse
di piu' sui tanti problemi che questo Paese ha, e che offrisse una
prospettiva di medio-lungo periodo". "Il tempo delle medicine
omeopatiche -avverte Ambrogioni- e' finito: occorrono interventi
strutturali e in questa manovra oggettivamente non li cogliamo".
E siccome, per essere davvero efficace, un intervento sul cuneo
fiscale "deve abbattere la pressione di almeno due-tre punti", "se
queste sono le uniche risorse possibili -spiega Ambrogioni- (noi
speriamo che possano comunque aumentare) allora concentriamole sulle
fasce piu' basse di reddito da lavoro dipendente oppure, ancora
meglio, anziche' distribuire un obolo, destiniamo queste risorse a un
piano di politiche industriali che possa creare occupazione".
Potrebbe essere il caso, propone Ambrogioni, "di un piano per lo
sviluppo della banda larga". "Ci sono stime serie -conclude- secondo
cui con un piano di questo genere si potrebbero creare dai 200 ai 300
mila posti di lavoro per i giovani. Si puo' modernizzare il nostro
Paese, si puo' attirare nuovi investimenti e si puo' dare una spinta
alla ripresa del nostro pil".