Roma, 2 dic. (Labitalia) – "Anche ieri Boeri è tornato a esprimersi pubblicamente sul tema previdenza. Il presidente dell'Inps dovrebbe limitarsi ai compiti istituzionali che gli competono soprattutto perché, se parliamo di sostenibilità del sistema negli anni venturi, non possiamo permetterci di contrapporre i figli ai padri, incutere terrore su una pensione che non arriverà mai o sarà insufficiente. Così si mette in crisi la coesione sociale del Paese senza avere un piano di interventi strutturato". Lo ha dichiarato il presidente di Federmanager Stefano Cuzzila nel corso di una conferenza stampa convocata a Roma per "fare chiarezza sulle pensioni" e illustrare le proposte dei manager "alla politica attenta".
"Ormai è chiaro che l'Inps non ha i dati per ricalcolare gli assegni in essere con il metodo contributivo -ha sottolineato Cuzzilla-. Noi aggiungiamo che l'esito di questo improbabile ricalcolo non sarebbe affatto scontato. Quindi sulle pensioni bisogna fare chiarezza".
"Ancora una volta in questa Legge di stabilità ci ritroviamo davanti auna proroga del blocco della perequazione automatica, esteso fino al 2018. È l'ennesimo intervento peggiorativo, che ha già prodotto una perdita del potere d'acquisto tra il 15 e il 20% delle nostre pensioni. Noi non ci sottraiamo alla solidarietà, ma continuiamo a dare un contributo sostanziale e consistente che non deve essere sottovalutato", ha commentato Cuzzilla.
"I dirigenti -ha ricordato il presidente dei manager e delle alte professionalità che operano nelle imprese italiane- costituiscono lo 0,7% del totale dei contribuenti e partecipano con il 12% al gettito complessivo. Se la soluzione è continuare a gravare su quello 0,7% non ci stiamo. L'Ocse ieri ha messo in luce che la pressione contributiva sui lavoratori italiani supera il 33%, il doppio della media dei Paesi considerati, e nonostante ciò il sistema sarebbe instabile. Ricordiamoci però che i raffronti tra Paesi devono avvenire su parametri analoghi: in Italia i pensionati versano le imposte come le altre categorie, cosa che non avviene altrove".
"Il primo passo è separare l'assistenza dalla previdenza per fare chiarezza sui numeri e incentivare la previdenza complementare, prendendo in considerazione l'opportunità di renderla obbligatoria", ha proposto Cuzzilla.
"La chiave è creare nuova occupazione e dare ai giovani un quadro di regole che dia certezza di lungo periodo. Questo Paese deve tornare a crescere: la partita si gioca verso il futuro, non certo andando a intervenire su chi faticosamente è arrivato alla pensione o è prossimo all'età pensionabile, con tanto di contributi versati", ha concluso.