Principali Risultati

1. Economia ed energia. Il PIL italiano ha chiuso il 2017 a +1,5%, grazie alla favorevole congiuntura internazionale. La riorganizzazione del settore energia secondo le linee indicate nella SEN può offrire un’occasione per consolidare le prospettive di ulteriore sviluppo. Il Paese rimane agli ultimi posti nell’UE-28 per crescita economica, ma si riaccende la speranza per l’atteso rimbalzo post-crisi. Il settore energia vale il 2% dell’economia nazionale, ma, nell’attuale fase di ripresa, la transizione energetica verso un sistema a basse emissioni di carbonio rappresenta un’occasione da non perdere. Gli investimenti in rinnovabili ed efficienza energetica si sono ridimensionati dopo la recente grande ondata, che molto probabilmente permetterà di raggiungere gli obiettivi climatico-energetici al 2020, ma si è basata sugli incentivi, che continueranno a pesare per anni su famiglie e imprese. Questo è un altro dei motivi per cui lo storico divario tra l’Italia e gli altri paesi industrializzati sul costo dell’energia non è destinato a ridursi.

2. Verso una nuova era energetica. Grazie alla progressiva riduzione dei costi delle tecnologie pulite, il prossimo futuro sembra ormai indirizzato verso un più intenso sfruttamento delle fonti rinnovabili e di sistemi ad alta efficienza, senza il ricorso ad incentivi. Lo Stato dovrebbe guidare il processo in modo ordinato, rimuovendo gli ostacoli che si traducono in costi amministrativi per gli investitori privati. La transizione richiede, però, anche nuove infrastrutture, perlopiù nei settori di mercato caratterizzati da monopoli naturali. Ecco perché è nella regolazione, soprattutto in sede europea, che si gioca una partita importante ed è auspicabile una posizione forte da parte degli enti indipendenti per ridurre i costi della decarbonizzazione.

3. Settore produttivo. Una forte spinta alla decarbonizzazione del settore energetico al 2030 può influire sulla variazione annuale del prodotto nazionale per alcuni decimi di punto in senso positivo o negativo. Per trarne beneficio in termini di valore aggiunto e occupazione è necessario il coinvolgimento delle filiere produttive nazionali.
4. Comparti più promettenti. L’Europa perde quote di mercato nelle tecnologie verdi. L’Italia, che ha un forte comparto meccanico, difende le posizioni acquisite sulle tecnologie per l’efficienza energetica e per il settore termico, mentre soffre la competizione internazionale sulle rinnovabili elettriche, soprattutto fotovoltaico, nonché sui veicoli elettrici. Nell’impossibilità di ricorrere ad immediate politiche protezionistiche, l’unica ancora di salvezza per recuperare gli svantaggi competitivi sembra essere uno sforzo senza precedenti in Ricerca & Sviluppo.

5. La nuova SEN. La Strategia Energetica Nazionale 2017 va incontro alle esigenze del mondo produttivo. Per la trasformazione del settore energetico sono programmati investimenti per 175 miliardi di euro complessivi al 2030. Per la decarbonizzazione si scommette su fonti come fotovoltaico ed eolico, in linea con il contesto internazionale e con le previsioni di forte riduzione dei costi delle due tecnologie. Ampio risalto viene dato all’efficientamento in edilizia e nei trasporti. L’apporto delle pompe di calore per la climatizzazione a ciclo annuale diventa importante, mentre le bioenergie vengono limitate da criteri ambientali più stringenti.

6. Non solo elettrico. Solo il 33% del fabbisogno di energia primaria è utilizzato nella trasformazione in energia elettrica. La penetrazione elettrica nei consumi finali è al 20% e nello scenario SEN l’indice è destinato a non andare oltre il 24% al 2030. Dunque, la partita più importante per la decarbonizzazione si gioca sul settore termico, che, per sua natura, si può aggredire con interventi di piccola taglia, mentre, per l’elettrico, la grande taglia abbassa i costi ma tradisce la promessa della generazione distribuita, scontrandosi con le esigenze di limitare il consumo di suolo e di tutela del paesaggio.

7. Occasioni di sviluppo e di business. L’adeguamento antisismico e l’attenzione all’ambiente devono guidare il processo di efficientamento del costruito, creando un’occasione unica per raggiungere gli obiettivi fondamentali di salvaguardia del patrimonio edilizio e del territorio anche attraverso l’introduzione di standard per ristrutturazioni e nuove costruzioni. L’efficientamento del parco veicolare, l’utilizzo dei combustibili alternativi e del vettore elettrico, soprattutto in contesto urbano, sono punti di spesa per la transizione energetica di primaria importanza. Un sicuro contesto di sviluppo per l’iniziativa privata, inoltre, è costituito dalla mobilità intelligente e condivisa nelle grandi aree metropolitane. Il coinvolgimento dei comuni e delle regioni è fondamentale per il rinnovo del parco mezzi di trasporto pubblico con mezzi a basso impatto ambientale e la valorizzazione delle tecnologie italiane all’avanguardia. Gli esempi di iniziative virtuose vanno adeguatamente pubblicizzati e, se possibile, imposti attraverso regole o standard. La mobilità elettrica è in grado di giocare un ruolo dirompente nel panorama energetico ed industriale del Paese, aprendo la strada agli investimenti nell’infrastruttura necessaria per il decollo della tecnologia ed offrendo la possibilità alle case costruttrici e fornitrici di componenti, tra cui le batterie, di inserirsi in un mercato potenzialmente enorme.

8. Filiera italiana. Per tecnologie verdi come fotovoltaico ed eolico, molto spesso l’italianità degli impianti si ferma alle fasi di progettazione e installazione, mentre l’apporto nazionale sulle componenti è limitato, anche se può offrire delle opportunità importanti. La ricerca e lo sviluppo sono di grande rilievo anche nell’ambito di alleanze internazionali. Dunque, il tipo di decarbonizzazione proposta dalla SEN rischia, se non si agisce sulla creazione di nuove filiere nazionali, come, ad esempio, quella del biogas e biometano, di favorire le importazioni. In alternativa, altre tecnologie potrebbero contribuire in misura maggiore alla riduzione delle emissioni, con impatto sicuramente più positivo sul valore aggiunto e sull’occupazione in Italia. 9. Minimizzare i costi o creare ricchezza per il paese. La SEN indica che le politiche per la decarbonizzazione dovrebbero perseguire il criterio di minimizzazione dei costi, che, prescindendo dalle bandiere e dalla specializzazione produttiva, rischia di penalizzare l’economia nazionale. Una strategia condivisa sull’energia e l’industria, che fissi regole certe ed obiettivi di lungo termine, può aiutare le imprese italiane a consolidare e sviluppare la loro capacità di penetrazione sul mercato.