Il Ministero dello Sviluppo Economico ha reso pubblici i risultati di un’Indagine di customer satisfaction tra le imprese beneficiarie dei voucher per l’internazionalizzazione: il contributo a fondo perduto a copertura di servizi erogati per almeno 6 mesi a tutte quelle PMI che intendono guardare ai mercati oltreconfine attraverso un Temporary Export Manager (TEM) capace di studiare, progettare e gestire i processi e i programmi sui mercati esteri.
Tale iniziativa del Governo è stata sollecitata fortemente da una costante azione di sensibilizzazione condotta da Federmanager proprio sul tema dell’acquisizione, da parte delle PMI, di risorse umane ad alta professionalità e capacità manageriali per eseguire progetti finalizzati all’internazionalizzazione di qualità, proponendo CDI Manager come strumento operativo.
Tra i vincoli per avere accesso all’agevolazione, infatti, l’obbligo per l’impresa di rivolgersi ad una Società fornitrice dei servizi da scegliere tra quelle inserite in un apposito Albo presso il Ministero tra le quali è inclusa anche CDI Manager.
Alla luce dei positivi risultati dell’indagine, il MISE ha colto l’occasione per rimarcare l’importanza del ruolo di una figura specializzata quale il Temporary Export Manager per la crescita e il miglioramento della competitività delle imprese anche sui mercati esteri. L’auspicio è che l’esperienza derivante dall’utilizzo del voucher non resti fine a sé stessa e i passi avanti compiuti rappresentino l’inizio di un percorso e di una cultura del “fare impresa” del tutto nuovi.
Questo va anche a valorizzare la visione sostenuta da Federmanager che, da tempo, ha colto l’importanza di tale figura professionale per la competitività del sistema produttivo, ed ha investito nella Società di scopo CDI Manager, ora controllata, con l’obiettivo di “giocare in prima linea” lungo tutto il percorso: dall’analisi del bisogno, alla presentazione della domanda al MISE, alla somministrazione del Temporary Export Manager più idoneo al bisogno identificato.
Il TEM è stato introdotto, insieme ad altri, quale profilo professionale certificabile nell’ambito del progetto di Certificazione delle competenze manageriali “Be Manager”, ritenendo che, in una logica occupazionale orientata alla valorizzazione della meritocrazia e delle competenze, questo strumento possa fare la differenza ed assicurare ai manager una maggiore appetibilità sul mercato del lavoro interno ed estero.
L’indagine del MISE ha preso a riferimento le risposte di 1.200 imprese, nell’ambito dell’universo costituito da 1790 imprese italiane beneficiarie del voucher. Sono state indagate e messe a confronto le aspettative e gli obiettivi inizialmente posti con gli effetti prodotti dagli “strumenti” concretamente adoperati.
Le attese si indirizzavano principalmente su due necessità “ampliare il processo di internazionalizzazione dell’azienda” (48%) e “supportare l’avvio del processo di internazionalizzazione dell’azienda, aprire nuovi mercati” (42%) a seconda si trattasse di aziende che avevano già praticato o meno attività di export.
Prima di farne “esperienza pratica e diretta” più del 50% delle aziende associavano la figura del Temporary Export Manager (TEM) solo alla possibilità/necessità di trovare nuovi partner commerciali ed aprirsi verso nuovi mercati (internazionali), inquadrando come ulteriori obiettivi, di tipo secondario, l’acquisizione di informazioni sulla concorrenza, di dati sull’affidabilità del potenziale cliente/partner, il reperimento di programmi di finanziamento per l’internazionalizzazione e relative modalità di accesso, ecc..
I risultati della survey hanno evidenziato addirittura risultati superiori alle aspettative iniziali da parte delle aziende, con il superamento di alcune barriere culturali che avevano condizionato sia il giudizio sulla figura del TEM, che sulle potenzialità e sull’efficacia di un suo intervento.
A seguito dell’utilizzo del voucher per l’internazionalizzazione, il 47% delle imprese ha dichiarato il raggiungimento dell’obiettivo principale – supportare l’avvio ovvero l’espansione del processo di internazionalizzazione – percentuale che sale all’82% per le attività che non erano ancora presenti sui mercati internazionali; tra quelle, invece, interessate alla ricerca di nuovi partner commerciali, il 50% si è dichiarato “soddisfatto” del contributo che il Temporary Export Manager ha apportato in questa direzione.
Oltre gli obiettivi primari, è stato verificato il prodursi di altri importanti benefici indiretti tangibili, in particolare: il 56% delle aziende ha, infatti, constatato un significativo incremento del numero di clienti serviti sui mercati internazionali; il 40% un aumento del numero di mercati di esportazione; il 38% la crescita del fatturato estero; il 40% delle imprese ha manifestato l’intenzione di provare a riqualificare il personale già presente in azienda per supportare le funzioni export; il 27% ha intenzione di mantenere la figura del TEM al proprio interno ancora per altri 2-3 anni, mentre la restante parte considera molto probabile l’inserimento di un Export Manager interno per i prossimi anni.