Il 3 febbraio scorso Federmanager è stata convocata dalla Commissione Finanze della Camera dei Deputati per l'esame sulle proposte di legge n. C 2426 e C2956 recanti disposizioni in materia di parità di accesso agli organi delle società quotate in mercati regolamentati. La delegazione federale era composta dalle rappresentanti del Gruppo Federmanger "Minerva", le quali hanno presentato una memoria contenente le posizioni della dirigenza industriale. I due disegni di legge condividono lo stesso scopo, ovvero promuovere l'eguaglianza di genere all'interno degli organi di amministrazione (e di controllo), rispetto al contesto dimensionale della presenza femminile negli organi sociali delle società italiane quotate in borsa. Al 31.12.2009*, infatti, negli organi di amministrazione delle 281 società quotate in borsa, siedono 2.800 consiglieri. Soltanto 174 sono ricoperte da donne, per una presenza media del 6,2%. Negli organi di controllo, invece, troviamo 930 posizioni effettive, 56 delle quali ricoperte da donne, pari al 6%. Complessivamente, il 56% delle società quotate non ha alcuna donna negli organi di amministrazione. L'Italia, malgrado l'attenzione riservata da questo Governo sullo sviluppo di "azioni positive", è ancora indietro rispetto a Paesi, quali la Norvegia e la Spagna, che si sono già dotati di una legge, mentre in Francia e Belgio stanno discutendo proposte di legge in materia e negli altri Paesi si è scelta la via dell'autoregolamentazione. I due disegni di legge definiscono un concetto di equilibrio di genere che si intende raggiunto ad una quota di un terzo, consentendo di applicare le disposizioni a decorrere dal primo rinnovo dei consigli di amministrazione e dei collegi sindacali delle società quotate. Inoltre affidano alla Consob la definizione per regolamento delle sanzioni. Sul piano generale Federmanager ha espresso apprezzamento in particolare sulla proposta di Legge n. 2426, presentata dall'On. Lella Golfo (PDL), nonché Presidente della Fondazione Marisa Belisario, e la n. C . 2956, presentata dall'On. Alessia Mosca (PD), presenti all'incontro. La Federazione ritiene infatti condivisibile l'utilizzo di un criterio che assicuri l'equilibrio tra i generi nei CdA delle società quotate in Borsa, e che esso sia una azione utile a incrementare sensibilmente anche in Italia i risultati finanziari e organizzativi delle aziende, effetto reale ampiamente descritto da copiosi studi nazionali ed internazionali inerenti la presenza delle donne in posti direttivi. Federmanager pensa che queste misure possano essere efficaci anche se applicate per un periodo limitato di tempo, in modo da permettere a chi, come oggi le donne in Italia, parte da una situazione oggettivamente svantaggiata di potere e sviluppare così un percorso di crescita professionale adeguato alle proprie capacità. Una volta auspicabilmente rimosso, questo "labirinto di cristallo" che troppo spesso ostacola le giovani donne, l'accesso alle posizioni di vertice aziendale dovrebbe essere concesso ai dirigenti in grado di svolgere con merito il proprio compito. Si ritiene inoltre che un provvedimento di questo tipo possa certamente costituire un primo passo per aprire la strada anche nelle PMI a persone di merito, dimostrando concretamente la capacità che ha anche la leadership femminile ha di gestire un'azienda con risultati economicamente positivi. Un'azione positiva come le Proposte di Legge n. 2426 e n. 2426 potrebbero inoltre fare fronte al rischio di stagnazione o, peggio di diminuzione, della presenza delle donne nelle posizioni di vertice, fenomeno che viene sottolineato da più parti e confermato anche dai dati in possesso della Federazione. La presa di posizione di Federmanager su queste Proposte di Legge non deve essere intesa come una richiesta di percorsi preferenziali, che certamente non interessa la dirigenza. Viceversa, auspica che venga data l'opportunità concreta di generare valore per il tessuto industriale italiano, permettendo ai talenti nascosti di emergere, senza preclusioni di genere. Federmanager, infatti, promuove la figura del manager come risorsa di valore per la crescita delle aziende, indipendentemente dall'essere uomo o donna e coinvolge i dirigenti uomini in tutte le iniziative che assicurino l'equilibrio dei generi, per evitare forme di autoreferenzialita'. La percezione diffusa è che le qualità migliori se la donna apporta al ruolo di dirigente, oltre alla competenza, la determinazione e la motivazione elevata. A tal fine nel corso dell'audizione Federmanager ha presentato i risultati di indagini che, con cadenza periodica, ha realizzato sulla situazione dell'occupazione della donna dirigente, volte a tracciare un profilo il più possibile esaustivo della donna manager nel settore industriale. Dalle indagini emerge l'esiguità del numero delle donne dirigenti in posizioni apicali nel comparto industriale italiano, quindi in linea con le basse percentuali nazionali degli altri settori, che, come è noto, vedono la leadership femminile mediamente al 4%, posizionandoci in coda alla classifica europea, preceduti anche da Bulgaria e Romania (12% ciascuna). Ad avviso di Federmanager è inevitabile che in Italia, dove i valori del merito spesso non sono riconosciuti neanche agli uomini, la donna sia più discriminata. Ed è sul merito che Federmanager nel corso dell'audizione e presentando alcuni dati dell'indagine del 2008 "La classe italiana e il merito" ha centrato il suo intervento, attirando l'attenzione dei membri della Commissione Finanze, che su questo tema, hanno chiesto alla Federazione di presentare una ulteriore memoria. Federmanager ha concluso il suo intervento auspicando, affinché una leadership basata sulla capacità e sul merito della persona si radichi nelle aziende, la necessaria e forte cooperazione tra Istituzioni, aziende e parti sociali. Si è poi riservata di presentare alla Commissione i risultati dell'ultima indagine "Donna & Manager: un binomio per crescere", che saranno presentati nel corso del Talk Show, previsto a Roma il 17 marzo 2010. *Indagine Aliberti Governance Advisor, febbraio 2010 |
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