Per Federmanager i buoni propositi emersi dai primi annunci sui contenuti della Legge di stabilità per il 2013-2015 non trovano riscontro da una lettura attenta del provvedimento.
In realtà si tratta di un ulteriore giro di vite che aumenta una pressione fiscale già insostenibile per che le imposte le paga già, lavoratori e pensionati,con l'effetto di accentuare ulteriormente questa inaccettabile iniquità.
Si continua a tartassare il ceto medio e sono sempre meno coloro che si considerano tali. Totalmente inaccettabili gli interventi sul sistema delle deduzioni e delle detrazioni d'imposta finalizzate esclusivamente ad aumentare il carico fiscale, senza affrontare con un disegno organico una seria riforma della tassazione sul lavoro e sulle pensioni.
Manca anche una visione di politica industriale, fatta non solo di progetti importanti che riguardano i settori strategici, infrastrutture, trasporti, energia e telecomunicazioni, ma anche di interventi mirati finalizzati ad aumentare la competitività di quella parte del nostro tessuto che è il cuore pulsante della nostra economia che rischia e produce.
L'auspicata riduzione delle aliquote Irpef, è purtroppo solo un'operazione di facciata e che darà sollievo, ancora una volta, a quella folta schiera di evasori fiscali che dichiara redditi irrisori rispetto a quelli reali.
Per quanto riguarda invece la detassazione sulla parte variabile delle retribuzioni, Federmanager auspica che le risorse messe a disposizione vengano proficuamente focalizzate a sostegno delle iniziative che originano reali aumenti di produttività, individuando accuratamente i criteri di applicazione con il successivo decreto attuativo: è necessario non disperdere le misure destinate ad incrementare la produttività complessiva del sistema, in modo da poter eliminare anche ogni limite di reddito nell'applicazione di tali agevolazioni.
Anche sulla questione degli esodati, secondo Federmanager, il governo conferma un approccio quantomeno superficiale, attraverso la costituzione di uno specifico fondo di salvaguardia, la cui dotazione finanziaria appare troppo esigua per realizzare un reale intervento a sostegno di tali lavoratori, rimasti senza reddito e senza pensione, per i quali si continua a rinviare la soluzione con interventi di pura facciata che minano la stessa credibilità dell'esecutivo.
Una misura molto attesa e doverosa sarebbe stata, invece, quella diretta a sbloccare i pagamenti della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese, che avrebbe prodotto positivi effetti a breve termine, consentendo alle aziende di tornare ad investire con maggiori certezze, ma purtroppo si è deciso di rinviarla.
Vanno nella giusta direzione, ma occorre maggiore incisività, gli strumenti individuati dal governo per realizzare le misure complessivamente previste dal provvedimento, specie nella direzione di un'ulteriore revisione della spesa pubblica (spending review) nonché nell'introduzione di criteri più stringenti nelle procedure di controllo della spesa. Da questo punto di vista costituirà certamente un forte deterrente l'istituzione di un Commissario anticorruzione che presiederà la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche.
Nell'ambito del pubblico impiego invece la Federazione, pur comprendendo l'esigenza di razionalizzare la spesa, non può che stigmatizzare la scelta di penalizzare ulteriormente i dipendenti statali, che anche per il 2014 non percepiranno aumenti retributivi. Secondo Federmanager manca coraggio e determinazione nel perseguire gli sprechi della politica frutto di cattiva gestione e carenza di vigilanza, nonchè della Pubblica Amministrazione da dove si possono recuperare importanti risorse per dare ossigeno ad un sistema produttivo e soprattutto alle piccole e medie imprese che non ce la fanno.