Roma, 13 mag. (Labitalia) – "Vorremmo che la riforma della politica passasse il punto di non ritorno nei primi 100 giorni e si arrivasse a un punto dal quale non si puo' più tornare indietro e non possa più fallire il processo di riforma della politica e costituzionale".
Lo ha spiegato il premier, Enrico Letta, facendo il punto al termine del ritiro di Spineto.
"Abbiamo fatto il punto sui 100 giorni che abbiamo di fronte a noi, al termine di questo percorso rifaremo un check e vedremo quante delle cose che abbiamo deciso in queste ore siamo riusciti ad applicare e ulteriori elementi di lavoro"., ha detto.
Il governo farà un "lavoro il più possibile comune con regole basate su franchezza e lealtà reciproca", ha assicurato. "Fino a quando si discute nello spogliatoio con franchezza e lealta'" e' un "aspetto positivo" per il governo, ha sottolineato, poi "ognuno risponde alla sua coscienza e al Paese delle cose da fare e ognuno farà le sue scelte in libertà, io in primis".
Il presidente del Consiglio ha spiegato: "E' un aspetto positivo per il governo che dentro lo spogliatoio abbiamo discusso. Preferisco si discuta dento lo spogliatoio che partano interviste di ministri contro altri ministri. Quando partiranno comincerò a preoccuparmi seriamente, non quando si discute nello spogliaitoio con franchezza e lealta'".
"Rispetto ai problemi delle ultime 48 ore, la decisione che abbiamo assunto per i ministri è quella di attenersi a regole di rispetto delle aree di cui ci si occupa nel governo, cercando di fare del loro meglio per dare risposte ai problemi del Paese attraverso le loro competenze di settore", ha spiegato il premier. Quindi, "l'impegno è stare fuori da vicende prettamente politiche e partitiche, a partire dalla campagna elettorale in corso", ha proseguito, Letta parlando di "una decisione di buon senso per superare i problemi che ci sono, che non si risolvono con la bacchetta magica ma sapendo che dobbiamo lavorare e abbiamo bisogno di regole". (segue)
RIFORME: LETTA, IN 100 GIORNI ARRIVARE A PUNTO DI NON RITORNO (Labitalia) – Sulle riforme, in particolare, il governo si muoverà su "diversi binari", ha spiegato Enrico Letta, aggiungendo: "Lavoreremo perchè il Parlamento avvii un dibattito dal quale nasca rapidamente, a giorni o settimane, una legge costituzionale che istituisca una Convenzione che dovrebbe essere composta dai componenti delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato e lavorerà per riformare la Costituzione". Il premier ha spiegato inoltre che "contemporanemente il governo, il presidente del Consiglio, nominerà una commissione per la riforma della Costituzione fatta di esperti esterni scelti mettendo insieme le più importanti personalità, presieduta dal presidente del Consiglio che ne delegherà la presidenza al ministro delle Riforme, e avra' 100 giorni per elaborare opzioni e idee che possano esse base di lavoro per esser utilizzate dalla Convenzione".
Il ministro della Riforme farà "due verifiche" sulle principali riforme da definire, ha rimarcato: "Subito quella sull'abolizione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti e per legare questo tema all'applicazione dell'articolo 49 della Costituzione". Il ministro delle Riforme avvierà una "verifica tra le forze politiche su come mettere in sicurezza subito la legge elettorale, immaginando che la nuova legge elettorale dovrà uscire dal percorso di riforme ma che con questa legge elettorale non si può piu' andare a votare", ha detto Letta, parlando di "safety net" in materia elettorale.
"Il ministro verificherà quali sono le modalità, con due o trepiccoli cambiamenti, per creare una rete di protezione in modo che non ci sia la paura di un voto con questa legge elettorale", ha aggiunto il premier spiegando che "la questione non è legata a quanto accaduto sabato e domenica". "Nel discorso programmatico ho scritto che non possiamo vivere in una condizione in cui non sia praticabile la legge elettorale vigente. Questo mette a rischio la normalità della dialettica democratica. Si sappia che non siamo un Paese in cui non si può votare", ha osservato.
"Oggi abbiamo parlato delle quattro priorità ma anche delle riforme che cominceremo a mettere in cantiere con una gittata più lunga. Questioni che cominciano a essere discussetra le quali, probabilmente, anche le questioni che hanno a che fare con la giustizia", ha poi detto.